Resistenza agli antibiotici: verso la sconfitta

I microrganismi poli-antibiotico resistenti (MDRO) hanno affinato le loro armi con una rapidità di gran lunga superiore allo sviluppo di nuove terapie

I microrganismi poli-antibiotico resistenti (MDRO) hanno affinato le loro armi con una rapidità di gran lunga superiore allo sviluppo di nuove terapie. La diffusione di germi resistenti alla colistina è l’ultimo di questi fenomeni di resistenza; questo antibiotico rappresenta l’ultimo baluardo per il trattamento di germi che rischiano seriamente di vanificare l’efficacia delle terapie più avanzate: così un paziente sopravvissuto a un trapianto di fegato può morire per una infezione non responsiva ad alcuna terapia. Alla base di questo fenomeno c’è la capacità delle popolazione microbiche di trasmettersi i geni che permettono di neutralizzare gli antibiotici, ma anche gli scarsi investimenti in un settore di ricerca poco remunerativo e l’uso sconsiderato delle terapie disponibili.

Gravi responsabilità si individuano anche nell’utilizzo intensivo degli antibiotici nell’industria zootecnica. Non a caso, il gene mcr-1, che porta questa caratteristica di resistenza, si è trasmesso attraverso gli allevamenti  di maiali e polli fino a diffondersi negli esseri umani. Adesso si cerca di correre ai ripari, limitando l’utilizzo di colistina negli allevamenti e in agricoltura. Ma rischia davvero di essere troppo tardi.

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