L’oro record dell’italiano di Cuba

Frank Chamizo conquista a 25 anni il suo secondo oro iridato consecutivo, diventando il primo atleta a trionfare nella nuova categoria 70kg: la bella storia di sport e integrazione di un predestinato della lotta libera
Frank Chamizo

Frank Chamizo, cubano di 25 anni divenuto italiano per amore, ha scritto ieri una delle pagine più importanti nella storia della lotta libera del nostro paese: ai Mondiali di Parigi, Chamizo ha conquistato la seconda medaglia d’oro consecutiva battendo l’americano Green col punteggio di 8-0. Una finale senza storia, un trionfo arrivato dopo un percorso tutt’altro che facile. Al primo turno, l’uzbeko Nazurov è stato piegato 9-5: dopo due incontri agevoli, poi, è arrivata una durissima semifinale contro il turco Gor, battuto 5-2 dopo un primo round terminato in svantaggio. L’atto finale ha visto una partenza lenta di Chamizo che, nel secondo round, è riuscito a ottenere sei punti di fila legittimando un successo chiaro e limpido.

Per il ragazzo nato a Matanzas (Cuba) 25 anni fa, questo può essere considerato l’oro della consacrazione definitiva: il suo palmares parla di due trionfi iridati, due ori Europei (Riga 2016, Novi Sad 2017), un argento ai Giochi europei (Baku 2015) e il bronzo olimpico di Rio 2016. C’è anche un titolo con la nazionale cubana: il bronzo ai Mondiali di Mosca 2010, raggiunto da 18enne nella categoria 55kg. Un peso, quest’ultimo, da tenere ben impresso in mente: per 100 grammi in più, infatti, Chamizo ha ricevuto dalla nazionale una squalifica di due anni che, di fatto, lo ha gettato sul lastrico.

Vivere senza stipendio, a Cuba, non è facile: soprattutto se si è molto giovani, senza la madre emigrata in Spagna e col padre risposatosi negli Stati Uniti. Il giovane Frank Chamizo ha vissuto la sua infanzia e adolescenza con la nonna, affrontando la povertà e imparando presto a darsi da fare per mettere assieme il pranzo e la cena. «Se non hai fantasia nel fare le cose a Cuba non mangi: sono diventato venditore ambulante – ha confessato il lottatore in un’intervista al Messaggero – per poter comprare un pezzo di pane». Sulla squalifica, che ha rischiato di interrompere definitivamente la sua vita da atleta, Chamizo ha le idee chiare: «è stata ingiusta, avevo perso 10 kg per andare ai Mondiali. Sono stato squalificato senza pietà, senza neanche accordarmi un nuovo controllo del peso. Rimarrà un grande dolore della mia vita, è stata un’ingiustizia».

La vita, nel suo caso, gli ha fornito una nuova, grande possibilità di rimettersi in gioco. L’amore per l’atleta italiana Dalma Caneva è stato decisivo: conosciutisi al centro olimpico di Ostia durante un impegno con le rispettive nazionali, hanno deciso di riunirsi e sposarsi dopo la sua squalifica. Un matrimonio arrivato nel 2011, a 20 anni, che gli ha permesso di arrivare in Italia e di ricominciare ad allenarsi dopo un periodo di inattività: «la famiglia di Dalma mi ha accolto quasi come un figlio, questo per me è stato importantissimo. Io e Dalma – prosegue Chamizo dalle colonne del Messaggero – eravamo giovanissimi e abbiamo fatto le cose di corsa: qualche anno dopo ci siamo separati, anche se siamo rimasti in ottimi rapporti. Ci sentiamo spesso, ma adesso ognuno ha preso la sua strada. Lei è una ragazza fantastica».

Quando si parla di Cuba, Frank Chamizo non sembra avere tanti rimpianti: troppo forte lo smacco subito con la squalifica, l’unico vero legame con l’isola è rimasta la nonna, con cui ha vissuto la prima parte della sua vita. La sua routine, adesso, è al Centro Federale di Roma: «mi sento italiano, adoro vivere qui. Roma è una città meravigliosa». Una gratitudine verso il Bel Paese che dovrebbe essere pari a quella degli sportivi italiani nei suoi confronti: Chamizo, numeri alla mano, è un fuoriclasse della lotta libera che, a 25 anni, ha già scalato due volte le vette mondiali ed europee.

Il grande sogno, adesso, è rappresentato da Tokyo 2020: il bronzo dei giochi di Rio, infatti, ha ancora il sapore amaro di quella semifinale persa contro l’azero Asgarov e macchiata da un errore di valutazione della giuria. «Sono contento lo stesso – ha dichiarato Chamizo a Rio lo scorso anno – perché il bronzo è una grandissima medaglia. Al contempo sono distrutto, deluso da me stesso». L’ennesima sfida di Chamizo, abituato a lottare sin da giovanissimo sulla materassina così come nella vita, è già lanciata.

Giorgio Tosto

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