Ragazzi, che provocazione

Lo “speciale” di questo numero racconta di un avvenimento che ha per protagonisti i ragazzi, dai 10 ai 17 anni, i cosiddetti adolescenti. Sono nell’età forse più scomoda ed esaltante della vita, sia per loro che per la famiglia, un nido che appare loro sempre più stretto. È l’età del disagio e dei sogni, del rifiuto e della tenerezza, dei muri imbrattati, della provocazione. Si sono trovati in 10 mila in un palazzetto dello sport nei pressi di Roma, chiamati dai “Ragazzi per l’unità”. Hanno cantato, ballato, gridato, ascoltato la loro leader, Chiara Lubich, per quasi un’ora di conversazione, giocata sui toni dei ricordi, delle confidenze, delle proposte, delle intuizioni luminose. Sono solo ragazzi, direte. D’accordo. Ma la cosa sorprendente, per noi genitori, è stato vedere come si fa a trasformare un problema in una risorsa. Convivere con figli di quell’età, non è sempre comodo. Conosco padri e madri che, a sera, davanti all’uscio di casa esitano, pensando all’estraneo che si troveranno davanti. Quando invece la condivisione è totale, quando l’autorità non si nasconde ma si offre con sicurezza e amore, l’adolescente cessa di essere un “mutante” inaspettato, o un otre da riempire (di raccomandazioni, abiti griffati, telefonini, rimproveri, minacce…), per divenire “un fuoco da accendere”, per usare una immagine di Plutarco cara ad Igino Giordani. Però quel palazzetto dello sport non è diventato un’isola, quasi una realtà virtuale fine a sé stessa. L’indomani le porte si sono spalancate e i ragazzi sono usciti per le strade di Roma, divenendo di fatto, col loro semplice esistere, testimonianza. Perché oltre ad essere di tante nazioni e lingue diverse, erano arricchiti anche dalla diversità di razze e di religioni. Una diversità evidente, ma non esibita. Questa uscita pubblica dice qualcosa a noi grandi, che spesso chiudiamo porte e finestre, riducendo la famiglia ad affare privato, invece che a risorsa sociale.Anche questa apertura, fondamentale per sopravvivere, è un terreno d’incontro spesso inesplorato coi nostri adolescenti. Tranne la diretta di Raitre e di circa 30 tv locali, i media importanti in Italia hanno quasi ignorato l’avvenimento. Che, per la verità, è stato trasmesso in mondovisione grazie a Telespazio, Esa, Crc Canada e Telecom, mentre Ewtn degli Usa, Rtp del Portogallo ed Rtp Africa ne hanno completato la copertura mondiale. Un totale di tredici emittenti nazionali europee, due del Medio Oriente, otto delle Americhe. Ai discepoli che discutevano su come fare carriera per emergere nel nuovo sistema socio-politico del Messia (quante analogie con la politica d’oggi!), Gesù rispose, prendendosi vicino un bambino: “Chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande”. La provocazione continua. Al quasi silenzio dei media dei grandi (nel senso di adulti), in Internet migliaia e migliaia di contatti da tutto il mondo nel forum www.lascialatuaimpronta.net ci fanno capire un po’ che cosa è successo. E invitiamo i lettori a farsi un tuffo nel fiume in piena di quel forum. Oltre alle parole accese dei ragazzi che c’erano o avrebbero voluto esserci, commuove il coinvolgimento di adulti e anziani capitati per caso davanti alla tv, la speranza che rinasce, la certezza di aver trovato la strada che porta fuori dal guado, l’intravedere uno spazio di fraternità universale… È difficile uscirne indenni da un tuffo così. Invece che lasciare tracce sui muri di casa e della metropolitana, questa volta i ragazzi le hanno lasciate nei nostri cuori, nelle nostre coscienze. E sono impronte d’oro.

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