Premio Parodi, i Pupi di Surfaro vincono l’edizione del decennale

S’è appena conclusa a Cagliari l’ultima edizione del Premio Parodi, la rassegna di etno-music più importante d’Italia. Ha vinto la band siciliana. Il premio della critica è andato ai redivivi Mau Mau; tra gli ospiti di quest’anno, il chitarrista di fama mondiale (e di origini beneventane) Al Di Meola
Al Di Meola foto di Gorupdebesanez

Lunedì saranno dieci anni che Andrea Parodi – l’indimenticato leader dei Tazenda – ci ha lasciati. In suo ricordo anche quest’anno le sue meravigliose canzoni son tornate a brillare nella sua Sardegna, grazie all’impegno della sua famiglia, della moglie Valentina, della grande Elena Ledda (da sempre direttrice artistica della kermesse), e a Ottavio Nieddu, che ha condotto dal palco anche questa nona edizione: è il pool che, tra infinite fatiche ma con indomita passione, continua grazie a questa rassegna-concorso, a tener vivo il ricordo di una dei talenti più limpidi della world-music mediterranea.

 

Ma il “Premio Parodi” è sempre voluto andare al di là degli omaggi e delle rimembranze, divenendo nel tempo un imprescindibile punto di riferimento per chiunque in Italia si occupi di musica etno-folk, moderna o tradizionale che sia. E anche quest’anno non ha certo deluso le attese, riempendo di grande musica l’auditorium comunale di Piazza Dettori.

 

Quest'anno ha vinto il premio la band siciliana dei Pupi di Surfaro. Il premio della critica è andato ai redivivi Mau Mau; tra gli ospiti di quest’anno, il chitarrista di fama mondiale (e di origini beneventane) Al Di Meola (nella foto). Al solito, nella manifestazione, han trovato spazio le sonorità, gli stili e gli idiomi più diversi.

 

I summenzionati vincitori, per esempio, sono un gruppo sempre più quotato per il suo “kombat-folk” pervaso di forte impegno sociale (nel 2013 la band aveva già vinto il festival “Musiche contro le Mafie”), ma tra i dieci finalisti c’erano molti altri artisti degni di nota: come la lanciatissima cantautrice friulana Claudia Crabuzza (premiata insieme ai torinesi Mau Mau come miglior testo), già vincitrice della sezione dialettale delle recenti “Targhe Tenco”; c’erano i salentini Domo Emigrantes e il trio partenopeo Vesevo, i sardi Paolo Carrus e Manuela Mameli, il duo Il Tempo e La Voce, la cui intensa Meravigliusa-menti è scritta in siciliano medioevale, e i calabresi Parafonè, una band capace d’incrociare il dialetto della loro terra con l’arabo-egiziano.

 

A impreziosire il cast, qualche ospite di grande appeal: oltre al celeberrimo  Di Meola, il trio jazz Correnteza, e Riccardo Tesi col suo immancabile organetto, una vera istituzione della world-music europea. Fin troppo ovvio aggiungere che tutto ciò, al buon Andrea, sarebbe piaciuto un sacco…

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