Poveri diritti umani!

Non poche misure prese dai “grandi” di questo mondo paiono atte a rassicurare i cittadini, ma ledono nei fatti la carta dell’Onu  

Il neo-presidente Usa Donald Trump, subito dopo aver accolto la premier britannica Theresa May e averla rassicurata sul suo pieno appoggio alla Brexit, ha firmato alcuni atti tra cui uno che blocca per tre mesi l’accoglienza dei rifugiati da 7 Paesi a maggioranza musulmana: Siria, Iraq, Iran, Somalia, Yemen, Libia e Sudan. «Dobbiamo tenere i terroristi dell’Islam radicale fuori dagli Usa», ha detto. Ma una postilla apre un mondo di interrogativi: i membri di minoranze religiose perseguitate possono infatti essere accolti, ma non i musulmani.

Altro episodio: in Russia la Duma ha varato una legge che derubrica da reato a semplice questione amministrativa la violenza domestica. Forse l’operazione è atta a smaltire l’enorme quantità di processi al riguardo presenti nei tribunali russi, ma che cosa diranno le 36 mila donne che ogni anno vengono ferite dai loro uomini?

Ultima notizia del giorno, non proprio rassicurante per i diritti umani: la Turchia chiede alla Grecia di espellere verso il loro Paese di origine 8 graduati dell’esercito turco fuggiti in elicottero lo scorso agosto dopo il presunto fallito golpe contro il presidente Erdogan. Il fatto è che la Corte suprema greca ha respinto la richiesta, e il premier Tsipras ha detto giustamente che non si può schierare contro la suprema istanza della giustizia greca.

Si parla tanto di popoli a cui il governo di turno ridarebbe la vera sovranità. E altrettanto di sicurezza da garantire. E, ancora, di identità nazionali da preservare. Tutto può essere comprensibile. Ma se si fa marcia indietro sul rispetto dei diritti umani, con che diritto poi se ne chiede il rispetto ad altri Paesi?

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