Poti Pictures. Comunicare oltre gli schemi

La storia della casa di produzione cinematografica aretina che dal 2004 realizza corti e lungometraggi che hanno come protagonisti ragazzi con disabilità. Un progetto che utilizza l’audiovisivo come mezzo di inclusione sociale, e dà vita ad una comunicazione oltre ogni tipo di cliché.

La prima cosa che ti colpisce di lei è il nome: Poti Pictures. L’effetto però, un curioso mix di meraviglia e gioco, è raggiunto solo se si conosce che cosa è Poti per il popolo aretino: la montagna familiare, quella dei picnic e delle gite della domenica, che si innalza di poco meno di mille metri sopra il livello del mare, e che loro chiamano orgogliosamente “alpe”, Alpe di Poti, appunto.

Ascoltando quel nome, gustandoti l’accostamento del toponimo con quel “pictures” che fa tanto Hollywood, si insinua il sospetto che si tratti di una casa di produzione totalmente fuori dal comune. E infatti…

«La Poti Pictures è nata nel 2004, per gioco, durante la nostra annuale vacanza a Poti,» racconta Daniele Bonarini, regista e fondatore della casa di produzione «vacanza che prosegue l’esperienza delle persone e delle famiglie che fanno capo all’associazione “Il Cenacolo Francescano”».

È dagli anni Sessanta del Novecento che ogni sabato pomeriggio, un gruppo di persone e famiglie, si ritrova per un momento di condivisione nelle sale del Convento dei Cappuccini di Arezzo. Tra loro, anche tante famiglie che hanno ragazzi con disabilità. È così che nasce un’esperienza di relazione che va oltre il volontariato.

«”Volontariato” non è una parola che ci appartiene. Implica un senso del dovere per cui fai qualcosa che non dà il senso della nostra esperienza. Noi ci troviamo con i “ragazzi”, come li chiamiamo noi, perché non ci rinunceremmo per niente al mondo. Usciamo con loro, per un gelato o una pizza, perché in questo c’è un “ricevere” indescrivibile che, ad un certo punto, era il 1978, ha fatto dire a qualcuno: perché non andiamo in vacanza tutti insieme?».

Così, sono nate le vacanze a Poti: una decina di giorni in cui un centinaio di persone di tutte le età (da 0 a 94 anni, quest’anno), tra cui trenta ragazzi con disabilità, vivono insieme sull’alpe:«È un momento magico, il nostro “ultimo dell’anno”: musica, passeggiate, relazioni. Soprattutto, si vive di relazioni. La wi-fi prende pochissimo, la 4G c’è solo in alcuni punti. Sei costretto a staccare la spina e ad assumere i ritmi dei nostri amici. Un ritmo molto lento che in qualche modo ti riumanizza».

Dalla vacanza a Poti, nel 1987, è nata una cooperativa sociale, Il Cenacolo, che tra le altre cose è impegnata nell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità e anche la Poti Pictures…

«Era l’estate del 2004, e nell’ambito della vacanza a Poti mi chiesero di fare delle riprese, con i ragazzi come attori. Io avevo la passione del cinema ma i miei video erano assolutamente amatoriali. Li scrivevo, li giravo e li montavo da solo. Tuttavia ci accorgemmo che quest’attività a loro piaceva tantissimo». Il bello, racconta Daniele, era cucire il personaggio intorno alla persona reale senza snaturare le sue caratteristiche. Cogliere le sue potenzialità ma senza prendersi troppo sul serio.

«Perché spesso, quando un film maker si avvicina al sociale è quasi inevitabile che ripieghi su uno stile pietistico o lacrimoso. Il nostro invece è giocoso, talvolta poco politically correct, surreale, perché viviamo un rapporto alla pari, abbiamo abbattuto tutte quelle falsità che si possono avere nel relazionarsi con una persona con disabilità». Così, Daniele si è messo a studiare regia cinematografica, sono iniziate le prime collaborazioni “serie” e gli ultimi lavori realizzati dalla Poti Pictures hanno cominciato a girare nel circuito dei festival internazionali, ricevendo diversi riconoscimenti, dall’Italia al Giappone, da Bagdad a New York, dal Texas al Missouri…

«Adesso stiamo lavorando per girare il nostro primo lungometraggio,» spiega Daniele Bonarini «abbiamo tutto: sceneggiatura, produzione, i nostri formidabili attori della Poti Pictures… quello che manca è un attore famoso per il ruolo principale ma sono certo che lo troveremo presto!».

E così, il viaggio della Poti Pictures continua. Perché, come spiegano nel loro promo, questo è solo l’inizio della realizzazione di un sogno: far capire a tutti che “in fondo, per fare un film speciale ci vogliono attori speciali!

 

 

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