Lo scorso fine settimana si è tenuto il Giubileo dei governanti e Uncem c’è stata, con i sindaci e gli amministratori dei Comuni montani italiani, dei piccoli e dei grandi Comuni. La forza del Giubileo della Speranza – ci ha ricordato nei giorni scorsi a Mantova il card. Zuppi – è decisiva per rendere vivi i territori più complessi del Paese, per dare nuove opportunità ai piccoli Comuni, per costruire nuovo dialogo tra sindaci, nel quale la logica del noi supera quella dell’io.
La “Laudato Si” e la “Fratelli tutti” sono un faro anche per il cammino dei sindaci e degli amministratori locali. Insieme, livelli di governo diversi, possono riscoprire la bellezza del “camminare insieme”, che rigeneri comunità e territori. La dimensione comunitaria appunto è quella “sinodale”. Anche i Comuni hanno bisogno di “camminare insieme”, anche i sindaci devono essere condotti non solo su nuove opportunità di lavoro intercomunale, che superi disuguaglianze e sperequazioni. Abbiamo la necessità anche di vivere un nuovo umanesimo che il Giubileo può rigenerare. «Gettiamo ponti», ci dice Papa Leone XVI (qui il link al suo discorso ai governanti per il Giubileo). C’è una bella canzone degli anni ’70 del Gen Verde che afferma: «Perché non costruiamo ponti sopra i fiumi, così ci reincontriamo». Ancora: «È già nata l’unità tra i popoli, generata da uomini nuovi». Ottimi impegni anche per noi.
Molti di noi nel fine settimana sono stati al Santuario di Loreto, altri a Roma. Anche in chi è stato a casa, impegnato in iniziative e azioni nel proprio paese, nella propria città, crediamo si sia vissuta questa dimensione di speranza che ci nutre. La Chiesa con il Sinodo cerca oggi una “nuova primavera”, secondo lo stile e la bellezza del Vangelo, spinta del Concilio Vaticano II. Così i Comuni e gli enti locali, tutte le istituzioni: Uncem crede da tempo che abbiano bisogno di rigenerarci partendo dalla nuova tensione all’unità, alla comunione.
Si parte dai paesi, per evitare nuovi centralismi, nuove disuguaglianze. La montagna è Comuni che hanno imparato, sanno lavorare insieme. Questi legami tra territori e centri di diverse dimensioni possono crescere. Sono fondanti per una nuova economia, una nuova società, un nuovo vivere “gli uni per gli altri” nei nostri paesi, nelle realtà urbane come nelle realtà montane e rurali dell’Italia e dell’Europa.
Questi sono i valori che ci animano. Consapevoli che le virtù di ciascuno giovano a quelle dell’altro. E che “sono molto più le cose che ci uniscono, rispetto a quelle che dividono”.
Per noi, il Giubileo della Speranza è questo. Non solo sabato o domenica scorsi. Ma dovremo viverlo, in una nuova “carità” tra noi ogni giorno. È un bell’impegno, sicuramente. Vogliamo farlo nostro per non sprecare una nuova tensione all’unità. Che fa bene a ciascuno, e a tutti, a tutto il Paese.
Uniti al presidente della Repubblica, a tutte le istituzioni, in un momento storico così complesso, preghiamo anche noi per la pace. La costruiamo a partire dai nostri spazi di vita, tra vicini, a scuola, in municipio, nel posto di lavoro. La pace che parte da noi. Ci crediamo profondamente.
L’autore è presidente dell’Uncem (Unione nazionale Comuni, Comunità, Enti montani)