Vaccini: tutti a scuola in attesa dei certificati

1 bambino su 10 è inadempiente, ma la situazione è in via di miglioramento. L’urgenza di un registro nazionale delle vaccinazioni

È iniziato il primo anno scolastico con l’obbligo vaccinale, ma anche in Toscana sono numerosi i bambini sedutisi al banco senza aver ricevuto tutti i vaccini previsti per legge. Nonostante questo, nessun genitore ha dovuto riportare il figlio a casa, come è accaduto in Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. A Firenze sono oltre 4 mila, solo nella fascia 0-6 anni, i bambini non vaccinati.

Il vice sindaco Cristina Giachi ha chiarito «Siamo alle prese con il 10% di bambini inadempienti, anche se metà di queste famiglie sta già presentando la documentazione. Abbiamo deciso di non creare scompiglio nel primo giorno di scuola con lettere di sospensione. Ci sembrava il modo meno responsabile di applicare questa legge».

Sono Prato, Pisa e Livorno le province in cui si riscontrano le maggiori irregolarità, in un contesto toscano in cui – si legge in una nota della Regione – «la stragrande maggioranza dei bambini risulta regolare». Verifiche più approfondite sono ancora necessarie in numerosi casi: errori di registrazione o vaccinazioni eseguite fuori Toscana possono influire sui conteggi, non esistendo un registro unico delle vaccinazioni.

A tale riguardo, il pediatra Bernardo Buggiani dell’area vasta Asl Toscana Centro afferma: «Il nuovo registro delle vaccinazioni dovrebbe essere a livello regionale, ma ad ora i registri sono solo per l’area vasta. Se si riuscisse ad arrivare ad un registro unico nazionale, sarebbe molto più semplice e meno burocratico avere un quadro chiaro della situazione».

È proprio ai pediatri che viene affidato il compito di eseguire le vaccinazioni, con impegno maggiore rispetto al passato. «Adesso – prosegue Buggiani – dobbiamo fare tutto noi pediatri. Questo significa andare a prendere i vaccini e mantenere la catena del freddo, e dopo aver fatto la puntura al bambino, compilare il libretto, inserire i dati sul nostro computer e su quello dell’Asl. La stessa operazione di cui già ci occupavamo da sempre, ora ci viene pagata nello stesso modo ma ha un onere maggiore».

L’accordo regionale per l’effettuazione delle attività di vaccinazione nell’ambito della pediatria di famiglia ha l’obiettivo di migliorare e ampliare i servizi assistenziali rivolti alla popolazione pediatrica. Questo, favorendo l’adesione da parte delle famiglie ai programmi vaccinali promossi dalla Regione Toscana, con l’attuazione del compito dell’esecuzione dell’atto vaccinale da parte del pediatra di famiglia.
Sulle modalità di lavoro, commenta anche il dott. Roberto Ghio, altro pediatra toscano: «Più del 50% dei pediatri nella nostra regione sono vaccinatori. Io faccio vaccino da quando esiste la convenzione, il 1986. Come contratti, abbiamo degli incentivi per gli infermieri: siamo organizzati bene, lavoriamo in due con un’infermiera che ci aiuta».

In Toscana ci sono oltre 400 pediatri e di questi più della metà completa il calendario vaccinale dei propri pazienti. «In Toscana – spiega Ghio – siamo un punto di riferimento per le famiglie. Noi ad Empoli siamo uno dei distretti storici, lo abbiamo sempre fatto: all’inizio addirittura eravamo noi stessi a pagarci l’ambulatorio per andare a fare i vaccini. L’abbiamo sempre ritenuta una cosa fondamentale».

 

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