Paperi ed eroi

Carl Barks, è lui l’uomo dei paperi. Sulle sue ginocchia si sono divertite intere generazioni di bambini, sfogliando i fumetti creati dalla sua mente geniale. Ma anche gli adulti si sono entusiasmati alle sue storie. I suoi personaggi sono entrati dentro tantissime case, nelle sale dei cinematografi, nei cartoni animati televisivi. Per me Barks (e non sono certo il primo ad affermarlo) è il più grande narratore del ventesimo secolo. E non ho detto la parola probabilmente. Chi non è d’accordo, si sbaglia. È nato all’inizio del secolo ed è morto, nel suo centesimo anno di vita, durante l’anno finale di quel secolo. Che è stato il suo. Sono le parole del suo allievo Don Rosa, pure lui notevole fumettista Disney e continuatore della sua opera. Anche Federico Fellini, parlando di Barks, affermava che i disegnatori di fumetti sono stati tra i più grandi scrittori che l’America abbia avuto. Carl Barks è stato un grande innovatore di quest’arte assai recente. Talento naturale, dotato di una fantasia prodigiosa, ha influenzato diverse generazioni di narratori e illustratori, lasciando un segno indelebile nella storia del fumetto. A parte Paperino e nonna Papera, gran parte del simpaticissimo paperame che anima l’effervescente città da lui fondata, Paperopoli, è nato dalla sua penna e dal suo pennello. Ho disegnato tanti personaggi – racconta Barks – alcuni anche molto semplici. C’è ad esempio Amelia una strega che orbita attorno al Vesuvio. Poi Archimede l’inventore, che rappresentava colui che io avrei voluto diventare. Oltre a Paperone e Paperino ci sono il fortunato cugino Gastone e i nipotini Qui Quo Qua, che cercano sempre di sgraffignare denaro… Praticamente ogni personaggio è nato perché aveva una precisa ragione per essere inserito nella storia. Naturalmente il più celebre è lui, il vecchio taccagno che ama tuffarsi nella sua piscina di monete d’oro: Zio Paperone, uno degli eventi più fortunati della mia vita, è nato scrivendo una storia di Natale per Paperino.Mi ispirai ad un racconto di Dickens, in cui si parla di un personaggio con uno zio, molto ricco, che si chiama Scrooge. Questo nome poi è entrato nell’uso comune della lingua inglese con il significato di avaro. Tutto iniziò nel ’42 quando Barks lasciò lo Studio Disney per dedicarsi al mondo dei fumetti per l’editore Western che in quegli anni realizzava gli albi con i personaggi Disney. Da allora Barks creò circa 660 storie fino al ’66. Nei primi fumetti, dal ’42 al ’50, il disegno è più difficile, meno accattivante; dal ’50 in poi il tratto invece è più pulito, molto simile a quello a cui siamo abituati. Ovviamente il suo nome è legato a quello di Disney. Walt Disney era il mio capo e firmava i miei assegni – dice Barks -. Scherzi a parte, lo ricordo con molto rispetto, perché era un genio. Alcuni dicevano che lui spendesse troppo per i progetti in cui credeva, come fece per Bambi o per Biancaneve. E non era nemmeno tirchio, come qualcuno malignava. Walt lasciava tutti molto liberi, l’importante era creare personaggi divertenti; quando questo riusciva lui li inseriva nei suoi film. Paperino è cambiato molte volte nel tempo. Io ricordo più di trenta scene di film in cui apportammo modifiche e Walt Disney era sempre d’accordo. Ora l’opera omnia di Barks, la sua Summa paperale, è disponibile nella collana promossa dal Corriere della Sera che riunisce, per la prima volta, tutte le più belle avventure di Zio Paperone, Paperino e company realizzate dalla Walt Disney. Un tuffo tra le viuzze di Paperopoli che farà certamente passare ore serene a molta gente. Dai paperi agli eroi. Al Corriere della Sera risponde Repubblica che propone una versione a colori delle più entusiasmanti storie dell’indomito Tex Willer, messe in ordine cronologico. Personaggio cult del fumetto italiano, l’invincibile ranger – che per gli indiani Navajos è il saggio capo Aquila della Notte – ha pure lui incatenato ragazzi e adulti alle strisce dell’albo con le sue storie mozzafiato. Novello Lancillotto, eroe senza macchia e senza paura, senza orgoglio e senza vanagloria, è un mito per i molti che, sotto sotto, vorrebbero essere un po’ come lui.Ma Tex è misterioso, troppo austero, troppo inscalfibile per essere imitato.Molto, molto eroe. È uno di quelle persone di cui ti puoi fidare ciecamente. Che non ti deludono mai. Rare, come le mandrie di bufali sulle cime dei ghiacciai. Egli è trasparente come l’aria tagliante del suo Far West, una terra che se ne sta a cavalcioni fra la realtà e immaginazione. Con lui non ci sono compromessi, non tengono i sotterfugi e le mistificazioni. La verità emerge sempre. L’amico inseparabile Kit Carson, il figlio Kit, l’indiano Tiger Jack, sono il suo clan, anzi di più, la sua famiglia. Insieme, per chi ha la malaugurata sorte di averli come nemici, sono tre autentici tizzoni d’inferno! Le donne che entrano nelle sue avventure sono tutte affascinanti, imprevedibili, un po’ diaboliche, sempre letali. Ma nel suo cuore c’è posto solo per l’amatissima moglie indiana Lilyth. Che troppo presto se n’è andata a cavalcare nelle eterne praterie del Cielo. Forse è nella fedeltà al ricordo di Lilyth che c’è il segreto della tenacia con cui insegue caparbiamente ogni genere di malvivente che capita sulla sua strada: banditi, trafficanti d’armi e d’alcol, politici corrotti, il malvagio negromante Mefisto. Per loro non c’è scampo. I suoi metodi non sono cerimoniosi; se agisce per ardente volontà di contrastare ogni sopruso e ogni ingiustizia, il modo in cui risolve le situazioni non è certo improntato alla mansuetudine o al porgere l’altra guancia. Lui, non sta a guardar il capello, se c’è da far fuori un losco farabutto. Ma, perdiana, siamo nel fantastico West! Ti spedisco a guardar l’erba dalla parte delle radici quanto senti che Tex ti rivolge questa frase, con una scintillante canna di pistola puntata contro di te, beh!, raccomanda l’anima a Dio, caro furfante, perché hai i secondi contati. E la giustizia trionfa chiaramente. Le situazioni si risolvono; non si trascinano stancamente, ingarbugliate, senza cavarne mai un ragno dal buco, come a volte capita nella vita quotidiana. È anche questo uno dei motivi per cui il ranger Willer è così caro al cuore di tanti. L’autore di Tex è il milanese Gian Luigi Bonelli che ha scritto i soggetti di tutte le avventure pubblicate fino a oltre la metà degli anni Ottanta, e pure in seguito ha continuato a supervisionarne la produzione. Può essere considerato il vero patriarca del fumetto italiano. A proposito, si deve registrare una coincidenza. Sia Barks sia Bonelli hanno avuto una vita assai lunga: il primo è campato fino alla soglia dei 100 anni, il secondo fino a 93 anni. Chissà, forse creare fumetti fa bene alla salute. Lo farà anche leggerli? Non siamo certi, ma… tra le tante ricette per la distensione e il relax che ci offre continuamente la pubblicità, perché non inserire anche questa: paperi ed eroi! LA PAROLA AI LETTORI Vi piacciono i fumetti? Quali? E perché? Scrivete a segr.rivista@ cittanuova.it, con oggetto fumetti. Cultura e dintorni Cinema giovane al Saint-Louis La ricerca, la prova. Incontri col nuovo cinema italiano condotti da M. Dal Bello, critico cinematografico. Introduce D.E. Viganò, presidente della Fondazione Ente dello spettacolo, direttore Rivista del cinematografo. Conferenza aperta a tutti: La morte giovane. Incontro con Giacomo Campiotti, regista di Mai più come prima. 8 maggio 2008, ore 18,30. Promosso da: Nuova Umanità in collaborazione con Centre Culturel Saint-Louis de France, Fondazione Ente dello spettacolo, Effatà Editrice, Fondazione Tony Weber. Roma: Centre Culturel Saint-Louis de France, Largo Toniolo 20-22 nuovaumanita@cittanuova.it Staffetta di ragazzi in 350 città del mondo Ragazzi di etnie, culture e religioni diverse tornano a correre uniti attraversando i luoghi significativi del pianeta per stendere simbolicamente sul mondo un arcobaleno di fraternità Run4unity: in tutti i fusi orari la seconda edizione della staffetta sportiva mondiale Promosso da: Ragazzi per l’unità Roma Piazza Navona e in altre 350 città del pianeta: 10 maggio 2008 dalle 16,00 alle 17,00. Trasmissione via Internet e via satellite dalle 18.00 alle 19.15 www.run4unity.net La persona in relazione Può l’individuo di oggi realizzare sé stesso senza l’altro, senza la comunità? La relazione di comunione può rappresentare per la psicologia contemporanea un nuovo paradigma relazionale?. Congresso internazionale di riflessione e dialogo. Promosso da: Psicologia e comunione. Centro Mariapoli Internazionale Castelgandolfo (Roma) 22-24 maggio 2008 www.psy-com.org

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