Operai: la strage continua

Si continua a morire per incidenti sul lavoro. Cosa dice il Testo Unico sulla sicurezza

Continua il cinico conteggio delle morti sul lavoro nel nostro Paese: dopo l’incidente mortale a Eugenio Fata, di 60 anni, finito sotto le ruote di un camion in manovra al Vte di Prà-Voltri Genova.  Il Voltri Terminal Europa è un vasto piazzale operativo nel quale vengono coordinate e svolte le operazioni di movimentazione di container, da tutte le verifiche, controllo h24 di reefer containers e dangerous goods – Imo -, servizi di pesatura, handling di merce varia e imbarcazioni.

Due gli operai rimasti uccisi a Livorno: Nunzio Viola, 52 anni, e Lorenzo Mazzoni, 25 per lo scoppio in un serbatoio che stavano pulendo, nella zona del porto industriale. Contusi o leggermente feriti altri operai. Un altro vasto incendio si è sviluppato all’interno di una fabbrica nella zona industriale apuana a Massa che tratta materiale edile refrattario: a seguito dell’esplosione all’interno di un contenitore di materiali da impastare prima della cottura, avvenuta nel reparto di miscelazione. Qui un operaio è rimasto ferito oltre a riportare ustioni di terzo grado. Tutto questo è accaduto tra lunedì pomeriggio e ieri sera mercoledì. Scioperi e fiaccolate, manifestazionie ancora dichiarazioni da parte di sindacalisti e politici. Ma di sicurezza sul lavoro non si deve parlare per due giorni ad ogni incidente che accade, perché purtroppo le persone continueranno a morire, se non si decide di far applicare severamentetutte le leggi attuali, se non di rivedere forse, se necessario, tutto l’impianto legislativo che regola la prevenzione sul lavoro. «Ancora un evento tragico, che non si dovrebbe mai verificare, perché è inaccettabile che si possa morire sul lavoro», ha affermato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti. Mentre la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha annunciato che il prossimo primo maggio «sarà una giornata di lotta e di denuncia forte. La morte dei due operai al porto di Livorno è un fatto grave che addolora tutti.Ora basta. Non si può continuare a morire di lavoro». I settori più “pericolosi” sono l’industria metallurgica, i trasporti, la metalmeccanica e i servizi alle imprese, secondo i dai Inail, i maggiori incrementi infortunistici si registrano nelle aree più industrializzate e produttive del Centro-Nord, la Lombardia in particolare. Seguono Emilia Romagna, Trentino e Lazio. Le più “sicure”: Molise, Umbria e Puglia. Parlare di rischi da evitare, di prevenzioni significa affrontare sempre lo stesso argomento che ha per titolo: la sicurezza sul lavoro. È questo il tema chiave su cui bisogna sempre tornare a riflettere nel nostro Paese. Tra le prime cose da fare è cercare di diffondere una cultura della prevenzione, che passa per l’informazione e la formazione dei lavoratori e delle lavoratrici: questi devono essere consapevoli delle condizioni del proprio ambiente di lavoro, dell’utilizzo dei dispositivi disicurezza e hanno il diritto di partecipare alla valutazione dei rischi e alla prevenzione. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali insieme a Inail, promuovono spesso attività di informazione e formazione, con l’obiettivo di diffondere la consapevolezza dei rischi che si incontrano sul luogo di lavoro e responsabilità nei comportamenti che si devonotenere negli ambienti di lavoro. Poi non va dimenticato che la principale norma in materia di sicurezza è il Testo Unico della sicurezza sul lavoro, basato sul principio della programmazione e della partecipazione di tutti isoggetti coinvolti nel processo di miglioramento delle condizioni di prevenzione e tutela della salute sul luogo di lavoro. Il Testo elenca le misure generali di tutela del sistema di sicurezza aziendale, che vengono poi integrate dalle misure di sicurezza previste per specifici rischi o settori di attività. Va detto che negli anni, le leggi in materia di sicurezza sul lavoro si sono via via migliorate per rendere gli ambienti di lavoro più sicuri e per diminuire i rischi. Le norme relative alla prevenzione si diversificano in base alle singole esigenze, tuttavia la normativa individua tre fasi fondamentali che caratterizzano il processo di prevenzione: quali la Valutazione dei rischi. L’azienda insieme ai lavoratori individua i pericoli del proprio ambiente lavorativo, per esempio le altezze nel caso di un cantiere edilizio o la presenza di oggetti facilmente infiammabili. La messa in sicurezza. Dopo aver valutato attentamente i rischi, si passa all’azione, mettendo in pratica delle misure che possano contenere o eliminare i pericoli. La formazione: nella terza fase i lavoratori vengono istruiti circa l’uso dei sistemi di messa in sicurezza applicati dall’azienda.

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