Natale e i cuccioli regalo

Piove. Al tg fanno vedere il Tevere in piena. Hanno sgombrato le baracche dei senza tetto: è pericoloso. Sulle sponde del fiume c’è anche un canile improvvisato, sgombrato anch’esso. Intervistano il vecchietto che accudiva i cani. Disarmante, risponde che tempo fa sono stati cani di quei signori di città. È tempo di Natale. Alcuni genitori, spinti da una passione televisiva animalista, decidono di regalare un cucciolo ai figli. Sono contento perché ai bambini il cucciolo farà vedere meno la tv, giocare meno alla playstation, stabilirà dinamiche affettive molto importanti per la loro crescita. Ma sono preoccupato, perché siamo immersi in una società di consumi e… un cucciolo non è un giocattolo. Ha fame, sete, sporca, ha paura lontano dalla madre e dai fratelli. Se viene lasciato per un po’ di tempo solo, con i suoi dentini da latte rovina piante, porte, tende, divani, giardini. Questo comportamento si chiama sindrome di abbandono. Una bella famigliola giovane, con figlioletto unico, mi aveva impressionato per l’entusiasmo che mi aveva trasmesso per il cucciolo regalo di Natale. Me lo riportano a Pasqua: non vogliono più tenerlo. Per il cucciolo non c’è stato problema: è accudito da un’altra famiglia che ho trovato. Lo tengono bene ed è felice. Mi preoccupa la giovane famigliola con figlioletto unico. Nella società usa e getta prima o poi potrebbe arrivare il loro turno ad essere gettati. Per loro, un occasione mancata per premunirsi. Genetica Non ci sono più segreti sul Dna del cane: anche il miglior amico dell’uomo ha ottenuto il sequenziamento del suo genoma. A darne notizia le riviste scientifiche Nature e Science. Ad ottenere il risultato i ricercatori di un gruppo internazionale della Harvard university di Boston e del Massachusetts institute of technology, coordinato dal Tigr (The institute for genomic research). I ricercatori hanno ottenuto la sequenza di 2,4 miliardi di singole lettere di codice genetico, dal Dna di un boxer femmina, Tasha, e confrontato, successivamente, dieci specie diverse da cui sono stati riscontrati 2,5 milioni di differenze genetiche. Tramite tali differenze è stato possibile determinare il contributo dei geni ai tratti fisici e comportamentali di ogni razza e soprattutto individuare i geni responsabili delle varie patologie. La scoperta ha importanti risvolti anche sull’uomo. Sembra infatti che vi sia una condivisione del genoma tra il cane e l’uomo molto più rilevante di quella riscontrata finora tra uomo e topo. Da qui la speranza che le informazioni genetiche ottenute dai cani possano essere usate per una migliore comprensione di molte malattie umane. Anche perché avremmo in comune ben 360 malattie ereditarie e disturbi quali epilessia, sordità, cancro, cecità, malattie cardiache.

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