Media

Nel terzo millennio

Sacerdoti internauti

 

Ce lo vedete don Camillo a pubblicare sul suo blog un’invettiva ai danni dello storico amico-nemico Peppone? O a comunicare sul sito della parrocchia che è nato il figlio del sindaco comunista “Antonio Lenin Libero”, poi ribattezzato “Antonio Libero Camillo”? Beh, certamente a Brescello, lungo le rive del Po, nel mondo rurale dell’Italia del dopoguerra, Internet non era arrivato, ma stante la proverbiale, energica e risoluta determinazione del pretino di Guareschi, immaginiamo che ad avercelo, Internet, don Camillo lo avrebbe certamente usato; magari non per parlare col Crocifisso, ma di certo per portare avanti la sua missione al servizio del Vangelo.

Come fa oggi il 92,9 per cento dei sacerdoti italiani che accede al web tutti i giorni, mostrando «un approccio positivo alla Rete, ma non ingenuo», conscio dei «rischi e dell’importanza di rispondere alla sfida educativa». Il dato emerge da una ricerca realizzata dall’Università di Lugano con l’Ateneo pontificio della Santa Croce, e con il sostegno della Congregazione per il clero. Secondo l’indagine, che ha coinvolto 400 mila sacerdoti in tutto il mondo, un prete su tre usa i social network tutti i giorni, uno su due cerca materiale online per preparare le proprie omelie, il 27,7 per cento studia online quasi quotidianamente, il 59 per cento almeno una volta alla settimana, e l’80 per cento considera Internet un mezzo per cercare informazioni, notizie (73,6 per cento) e per studiare (67,3 per cento).

Rispetto alle potenzialità educative e di evangelizzazione del mezzo, il 53,7 per cento del campione pensa che le nuove tecnologie permettono di migliorare la formazione, il 63 per cento le considera uno strumento d’inculturazione della fede, soprattutto tra i giovani, e il 27 per cento lo ritiene utile per offrire consigli spirituali. Insomma, una generazione di cibernauti, quella dei preti del terzo millennio, che operano per attuare la missione dei media secondo la prospettiva della Chiesa: offrire all’uomo «nuove modalità d’incontro con la Verità evangelica» (Communio et Progressio).

 

FESTIVAL

Il giornalismo d’inchiesta

Lo davano per scomparso e invece era solo nascosto. Il giornalismo d’inchiesta, protagonista dei primi decenni della storia del giornalismo italiano, con protagonisti da Enzo Biagi a Sergio Zavoli, torna alla ribalta grazie a un Festival che a Pordenone, dal 14 al 18 aprile, ha premiato le migliori “voci fuori dal coro”, fra autori italiani e stranieri. Fra i lavori presentati, temi di scottante attualità: Iran, nucleare, la disinformazione sul terremoto in Abruzzo, donne con la macchina da presa.

 

GIORNALISMO ONLINE

Il Pulitzer ad un sito no profit

Il giornalismo online trova il primo riconoscimento ufficiale: si chiama “Pro Publica” la prima agenzia online che riceve il premio Pulitzer per il giornalismo. “Pro Publica” si distingue per il suo impegno civico, realizzando inchieste che poi mette a disposizione – gratuitamente – degli altri organi di stampa. Il riconoscimento suona come il segnale di un cambiamento epocale, nel mondo della comunicazione e nella società. Ma la sfida fra vecchi e nuovi media – dicono gli esperti – in realtà si rivela un falso problema: la soluzione sarebbe in un modello misto, dove new e old media, no profit e pro profit, convivono e vivono di reciproci rimandi. Il tempo dirà.

 

CARTONI ANIMATI

Dedicato a Falcone e Borsellino

Racconta la storia di due bambini, Paolo e Giovanni, che vivono nella Palermo degli anni Cinquanta e lottano per liberare il loro quartiere dalla presenza di un mago cattivo. Come una favola il cartone, “Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi”, prodotto da Rai e Larcadarte, in collaborazione con la Regione Sicilia, si ispira alla storia dei giudici antimafia Falcone e Borsellino, che da ragazzi a Palermo amici lo erano davvero. Andrà in onda su Raitre prima dell’estate e avrà diffusione internazionale. Tra i doppiatori ci sono Leo Gullotta e Donatella Finocchiaro.

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