Liguria in ginocchio, tra burrasche e inondazioni

 Una delle situazioni meteorologiche più complesse degli ultimi 50-60 anni, a detta del capo della Protezione civile, sta provocando gravissimi danni sul territorio
ANSA/Alessandro Carlevaro

Non ci eravamo illusi che la violenta ondata di maltempo fosse finita, ma non pensavamo che con un intervallo di appena un giorno si riaffacciasse nuovamente. Invece ecco ancora pioggia, neve portati da una circolazione di bassa pressione arrivata dalla Spagna.

È il tipico maltempo autunnale fatto di perturbazioni insistenti nella giornata di domani giovedì. Biglietto da visita per un mese perturbato, con piogge anche copiose specie al Nord e lungo le regioni tirreniche, tanti danni e 12 morti in tutta l’Italia.

Gran parte dei problemi sono stati provocati dall’eccezionale burrasca di vento che ha investito molte regioni. Secondo le previsioni nel weekend dovrebbe arrivare l’alta pressione anche se le precipitazioni saranno abbondanti sui settori alpini e prealpini, con il grosso dei fenomeni in trasferimento sui settori centro-orientali.

La neve cadrà inizialmente oltre i 1400/1600 metri, con limite in rialzo sopra i 2000 metri. Già da tre giorni il Passo dello Stelvio è impossibile da raggiungere sia dal versante altoatesino che da quello valtellinese a causa di due metri di neve caduti in 72 ore, che hanno bloccato 180 persone, da sabato nelle strutture alberghiere della zona.

«Ci siamo trovati davanti ad una delle situazioni meteorologiche più complesse degli ultimi 50-60 anni», ha detto il capo della Protezione Civile Borrelli. «Per quanto riguarda la portata d’acqua dei fiumi a livello nazionale abbiamo superato i livelli del ‘66, quando ci furono le alluvioni di Firenze e del Tagliamento.

Il nostro Paese è stato sferzato da venti di tempesta: per quanto mi riguarda, in 16 anni di protezione civile, non ho mai visto un bollettino con l’intensità di questi venti».

Una task force che ha impiegato dal nord ad sud dell’Italia «oltre 20 mila uomini protezione civile, 5.500 vigili del fuoco, oltre 8 mila volontari, duemila uomini delle Ferrovie dello Stato». Borrelli nel sopralluogo compiuto in Liguria ha ricordato quanto sia necessario «aumentare la consapevolezza del rischio in tutto il Paese cosa che, invece, in Liguria è molto diffusa».

Una Liguria in ginocchio conta i danni della violenta e spaventosa mareggiata che ha investito tutta la regione, dal Levante al Ponente.

Da Spezia a Ventimiglia ovunque i danni sono ingenti. Stabilimenti balneari divelti, lungomare scomparso e inghiottito dalle onde che hanno toccato fino a sette metri di altezza, e vento che ha raggiunto picchi di 180 chilometri orari.

Alberi abbattuti, cartelli stradali divelti, frane e strade interrotte.  «Chiediamo lo stato di emergenza e calamità»: è la decisione del presidente della Regione, Giovanni Toti che precisa che «non è al momento possibile calcolare i danni, che potrebbero essere di centinaia di milioni in Liguria».

Il presidente della Regione parla poi delle priorità immediate che sono quelle di mettere in sicurezza le persone e le strutture. A cominciare dal porticciolo di Rapallo, la strada distrutta che porta a Portofino, poi i problemi alla massicciata della ferrovia. «Le imprese balneari riscontrano danni per milioni di euro – spiega Sonia Carolì, referente sindacale balneatori Cna Liguria – servono provvedimenti immediati per aiutare le imprese».

Danni alle Cinque Terre alle spiagge a Levanto e Monterosso, dove il mare è entrato in un parcheggio e ha provocato il cedimento di una tubazione del gas.

A Rapallo, delle 390 barche ormeggiate, oltre la metà sono state distrutte. Danni anche a Sestri Levante, Riva Trigoso alle barche e agli stabilimenti balneari. A Genova è stata chiuso l’aeroporto per permettere di liberare la pista dai detriti portati dal mare, mentre il porto «ha retto molto bene, c’è stato il danneggiamento di qualche banchina alle Riparazioni navali, il danneggiamento della gru a Ente bacini.La situazione più drammatica l’abbiamo a Savona», dove  la mareggiata ha provocato l’allagamento del terminal auto al porto, l’acqua ha innescato un corto circuito in due capannoni che ha fatto esplodere le batterie di alcune auto.

Nell’incendio sono state distrutte  alcune centinaia di veicoli soprattutto Maserati, destinate al mercato del Medio Oriente e lì stoccate per l’esportazione. La circolazione dei treni che era rimasta interrotta in più punti, sta tornando alla normalità.

A Imperia, la situazione è particolarmente critica: il porto di Oneglia è stato devastato dalla tempesta, i pescatori hanno perso tutto.

È collassata una carreggiata della statale Aurelia a Finale Ligure,  e si è aperta una voragine profonda 6 metri dentro la quale è finita una vettura. La donna che era alla guida è stata ferita in maniera leggera, mentre una donna è morta ad Albisola superiore, in provincia di Savona, dopo essere stata colpita da un cornicione crollato da un palazzo a causa del maltempo.

Da Arenzano, Celle Ligure tutte le abitazioni lungo la costa e gli stabilimenti balneari hanno subito danni devastanti.

Secondo una prima stima su 1300 stabilimenti balneari in Liguria, 100 sono stati rasi al suolo, 400 hanno subìto danni molto severi per un ammontare di danni quantificabili in almeno 50 milioni di euro.

Danni anche per le coltivazione agricole dove si stima una perdita del 50% di olive ormai in fase di raccolta, gravi danni alle coltivazione floricole e difficoltà per gli allevamenti. «Sono stati eventi estremi che hanno colpito l’intero territorio regionale. – affermano il presidente di Coldiretti Liguria  Boeri e il delegato confederale  Rivarossa – Il settore olivicolo, ad esempio, ha subito perdite significative in un momento delicato per la produzione dell’olio nuovo: è evidente ormai che la campagna olivicola, soprattutto nella fascia costiera dove si iniziava a raccogliere, è parzialmente compromessa. Danneggiate poi numerose serre e strutture aziendali per la coltivazione di ortaggi invernali, fiori e basilico dei quali si registra la perdita di gran parte della produzione».

Quasi distrutti i borghi famosi di villeggiatura a Genova come la passeggiata di Quinto, Sturla, Nervi e Boccadasse. I danni più ingenti a Boccadasse dove il piccolo borgo marinaro è stato letteralmente distrutto dalle onde, porticciolo compreso.

 

 

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