L’Europa ha lasciato sola l’Italia?

Un report della Commissione europea mostra che l’Italia ha ricevuto o è previsto che riceva oltre 850 milioni di euro di euro per la gestione di flussi migratori

Il ritornello che sentiamo ripetere da anni è che l’Unione europea (Ue) ha lasciato l’Italia da sola nella gestione dei flussi migratori. Ma è proprio così? L’ultimo importante stanziamento di fondi da parte della Commissione europea all’Italia risale alla scorsa estate, quando sono stati assegnati 9 milioni di euro in assistenza di emergenza, come contributo a un migliore accesso all’assistenza sanitaria in strutture di accoglienza per i richiedenti asilo e i beneficiari di protezione internazionale, a beneficio di oltre 42 mila persone residenti nelle regioni Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Toscana e Sicilia. Particolare attenzione è rivolta alle esigenze delle persone più vulnerabili, tra cui le donne e i bambini.

Dal 2015, la Commissione europea ha mobilitato più di 200 milioni di euro in aiuti di emergenza per la gestione della migrazione in Italia. Tali finanziamenti di emergenza si aggiungono agli oltre 653 milioni di euro assegnati all’Italia, provenienti dal Fondo Asilo, migrazione e integrazione (Amif) e dal Fondo sicurezza interna (Isf) per il periodo 2014-2020. Di questi finanziamenti, sono stati effettivamente erogati 336 milioni di euro. L’Amif promuove la gestione efficiente dei flussi migratori e l’attuazione, il rafforzamento e lo sviluppo di un approccio comune all’asilo e all’immigrazione, mentre l’Isf promuove l’attuazione della “Strategia sulla sicurezza interna”, la cooperazione tra forze dell’ordine e la gestione delle frontiere esterne dell’Ue. Questi fondi sono stati assegnati a ministeri, regioni, Guardia Costiera, Guardia di Finanza, ecc. L’Amif comprende anche lo stanziamento di fondi per il meccanismo di ricollocazione, grazie al quale l’Italia riceverà 500 euro per i costi di trasporto di ogni richiedente asilo trasferito; per l’implementazione dei meccanismi di trasferimento e reinsediamento sono stati assegnati 43,6 milioni di euro, dei quali 8 milioni di euro sono stati trasferiti come prefinanziamento fino al 2 dicembre.

Sebbene, dunque, il supporto finanziario dell’Ue non sia sufficiente ma neppure irrilevante, certamente la questione migratoria non è affrontata correttamente dal punto di vista politico, laddove le competenze sulle politiche migratorie siano ancora concentrate nelle mani degli Stati membri e non della Commissione europea, troppo spesso chiamata in causa ingiustamente. Eppure, lo stesso presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 2017, ha elogiato l’impegno del nostro Paese sui migranti sostenendo che «nel Mediterraneo centrale, l’Italia ha salvato l’onore dell’Europa».

Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato che «negli ultimi anni l’Italia ha subito una pressione straordinaria, e la Commissione non si darà tregua nel sostenere gli sforzi dell’Italia riguardo alla gestione della migrazione e all’accoglienza per le persone bisognose di protezione. Il finanziamento contribuirà a soddisfare il fabbisogno di assistenza sanitaria di base, contribuendo a garantire, se necessario, un accesso adeguato ai servizi medici. La Commissione continuerà a sostenere tutti gli Stati membri sotto pressione, continuando a lavorare per soluzioni europee durature a lungo termine».

In realtà, finché i Paesi membri dell’Ue non decideranno di trasferire ulteriori poteri all’Ue sui temi dell’immigrazione, la Commissione europea potrà fare ben poco. D’altronde, considerando che il tema è particolarmente sensibile nell’opinione pubblica e nel dibattito politico, è improbabile che nuovi poteri su questioni migratorie vengano attribuiti a Bruxelles nel prossimo futuro. Ciononostante, è necessario che gli stati membri continuino almeno a cercare un compromesso sull’equa distribuzione dei richiedenti asilo e dei rifugiati che giungono in Europa, nonché sostenere lo sviluppo dell’Africa, come nel caso Fondo fiduciario di emergenza dell’Ue per l’Africa, istituito per sostenere la stabilità in Africa e contrastare le cause della migrazione irregolare, gestendola meglio laddove possibile ma affrontando anche le cause di destabilizzazione che causano milioni di sfollati all’interno dello stesso continente.

 

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