Le due coscienze

Fin dalla nascita ogni uomo immagazzina nella propria mente un complesso di precetti e di valori dettati dalla morale corrente, dalla propria famiglia , dalla società di appartenenza e dalla religione professata. Tutto questo bagaglio lo interiorizza e lo stratifica anche a livello inconscio, tanto che nella sua mente, spesso, anche senza che egli ne abbia la percezione, scattano dei controlli su ogni comportamento o azione prima che questi si compiano. Ecco, questa è la coscienza come la intende un non credente come me. Naturalmente non sempre il controllo preventivo funziona perché la parte peggiore di noi, quella strettamente legata agli istinti animaleschi e primordiali, è lì pronta ad evadere il posto di blocco costituito dalla coscienza. Un non credente, visto che non può pregare per i sofferenti o sperare che abbiano un posto migliore nell’aldilà, sente più di altri la necessità di fare qualcosa concretamente e questo bisogno ha origine dalla sua coscienza. Da quando conosco il Movimento dei focolari, per maggiore sicurezza, mi sono dotato di una seconda coscienza più attenta ai valori umani di quella precedente. Quindi il mio agire deve passare attraverso due stadi di controllo e anche se impiego più tempo il vantaggio che ne ricavo è, ogni tanto, di provare quella sgradevole e sana sensazione che è il rimorso di coscienza. In questi ultimi anni ho vissuto delle esperienze che hanno messo a dura prova le mie due coscienze. Nel mio lavoro, per esempio, sono stato vittima del cosiddetto mobbing, cioè di maltrattamenti continui per costringermi ad abbandonare il mio impiego. Pensate: ero direttore di un ufficio in una grande azienda, con circa venti persone alle mie dipendenze. Per ragioni che non mi sono mai state spiegate, i miei superiori, alcuni dei quali hanno la presunzione di considerare i sessantenni come me elementi non più utili, mi hanno trasferito in un altro ufficio, in una diversa località, sempre con la funzione di direttore. Avendo a carico un familiare con un grave handicap, mi sono opposto al trasferimento e la magistratura, dopo due gradi di giudizio, mi ha dato ragione e ha disposto il mio reinserimento nel vecchio ufficio. L’azienda, per tutta risposta, mi ha trasferito nella filiale, mi ha cambiato le funzioni e mi ha collocato nel mio vecchio ufficio ma senza alcun vero incarico, nominando lì un altro direttore. Oggi devo condividere la sedia e la scrivania con un’altra persona e durante l’arco della giornata ci alterniamo: quando si siede lei mi alzo io e viceversa e questo andazzo va avanti da oltre due anni. Tutta questa vicenda, come si può immaginare, non è facilmente sopportabile ed io l’ho vissuta attraverso due fasi fondamentali. Nella prima fase, anche a causa di due lutti gravi in famiglia, sono caduto in depressione e per circa due mesi mi sono rinchiuso in casa in preda all’angoscia. Nella seconda fase, inaspettatamente, le mie coscienze, che fino ad allora erano rimaste in silenzio, hanno cominciato a farsi sentire provocandomi un travaglio interno: mentre una parte di me spingeva verso l’azione vendicativa le mie due coscienze mi impedivano di farlo. Un giorno un amico del movimento, con il quale ero in contatto in quel periodo, durante una telefonata mi disse che non dovevo mollare, che dovevo andare avanti nella via giudiziaria per ottenere giustizia. Ciò che mi aveva colpito in quella telefonata era stato il suo tono: lui era arrabbiato per quello che mi stava succedendo. Capii allora che non ero solo, che almeno un amico era dalla mia parte e che potevo agire per avere giustizia senza violentare le mie coscienze con il gusto della vendetta. Dovevo con fiducia affidare alla giustizia la composizione della vertenza e smetterla di odiare chi mi aveva fatto del male. La vertenza giudiziaria è ancora in corso. Non so come andrà a finire ma la cosa certa è che, grazie alle mie coscienze e alla telefonata di un amico, oggi ho riacquistato la mia serenità che avevo perso quando avevo cominciato ad odiare. Dirò una banalità ma si vive molto meglio se si è in pace con la propria coscienza. CONVINZIONI Nel mese di aprile si è svolto a Castelgandolfo, presso il Centro Mariapoli, l’incontro con gli Amici dei Focolari di convinzioni diverse che raduna persone religiose e non. È stato il 14° appuntamento a livello internazionale al quale hanno partecipato atei, agnostici e persone di altre convinzioni che vogliono condividere con gli amici di fede del Movimento dei focolari quei valori umani, civili e sociali che li accomunano. Quest’anno si è dato particolarmente rilievo alla coscienza personale e comunitaria, cioè a quella voce interiore che può guidare i nostri passi (espressione contenuta nel messaggio di Chiara Lubich) nel rispetto reciproco per una convivenza umana universale.

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