La sicurezza disumana

C’è sgomento di fronte all’approvazione del Decreto sicurezza bis. Chiediamo a noi stessi e ai nostri politici di ridare cittadinanza alla dignità di ogni persona

Non credo sia necessario ribadire ai nostri lettori la posizione di Città Nuova in materia di migranti. Chi ci segue quotidianamente sul sito ed anche sul mensile sa bene che per noi il punto di riferimento, indipendentemente dai governi di turno, è l’evangelico «Ero forestiero e mi avete ospitato». Senza “se” e senza “ma”, anche se siamo convinti che i diversi governi nazionali, a ogni latitudine, abbiano il dovere di gestire nella migliore maniera possibile il flusso di gente disperata, in fuga da fame, miseria e guerre.

I nostri lettori conoscono bene e diffondono anche via social i ripetuti interventi sulle diverse navi lasciate per settimane in balia delle onde dell’odio, dalla nave Diciotti lo scorso anno alla Sea Watch lo scorso mese, articolo quest’ultimo che ha registrato ben 8.853 condivisioni su Facebook, a dimostrazione che non siamo in pochi a credere che l’accoglienza e il rispetto della dignità umana non solo siano possibili, ma anche doverosi, costi quel che costi.

Il cosiddetto Decreto sicurezza bis, approvato definitivamente al Senato in questi giorni, come abbiamo scritto ieri, ha alzato all’inverosimile i “costi” di questo dovere iscritto oltre che nelle leggi del mare, anche in carte costituzionali e nel diritto internazionale. E ci sentiamo quasi autorizzati a pensare che ci siano politici intenzionati ad ottenere certi risultati, molto lontani dal bene comune,… costi quel che costi, appunto. Anche se nel conto vanno messi morti in mare o nel deserto libico; anche se tra le voci dello “scontrino” potremmo trovarci la fine della libertà di stampa, del diritto di esprimere la propria opinione, la morte della democrazia stessa.

Insomma per il nostro Paese il momento è drammatico, tanto che in un’escalation che rischia di diventare incontrollabile, anche perché stimola reazioni “di pancia”, c’è chi evoca termini terribili come “squadrismo”, reale o virtuale che sia. Certo, viene da chiedersi come siamo potuti arrivare a questo punto, perché certe situazioni non nascono come i funghi dopo una forte pioggia. E soprattutto se siamo in grado, ancora, di trovare gli anticorpi a questa terribile malattia sociale che potrebbe contagiarci tutti, anche chi per reagire all’odio mette in moto a sua volta sentimenti di odio.

Sappiamo di tanti che speravano nel coraggio del M5S di impedire che la disumanità ottenesse cittadinanza in Italia, ma così non è stato. Forse, però, ognuno di noi deve interrogarsi, visto che questa maggioranza l’ha votata la maggior parte degli italiani, appunto! E capire se e come si può invertire la rotta.

Ci rivolgiamo ai santi pure noi? Non è da escludere, certo. Stamani mi trovavo in una chiesetta dove campeggia una statua della Madonna della luce. Bella, armoniosa, accogliente. Le mani giunte e la corona del rosario appoggiata ai polsi. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da questa icona di maternità. Ho pensato che Maria, in quanto madre, avrà avuto difficoltà a sentirsi chiamata in causa da chi disprezza la vita di fratelli che la rischiano seriamente e per questo chiedono accoglienza. Ho pensato a quanti si sono sentiti offesi nel loro credo religioso, considerando quasi una bestemmia certe affermazioni e certi gesti spacciati come religiosi dal ministro Salvini. Ho pensato che la religiosità esibita e brandita come un’arma deve piuttosto cedere il passo ad una religiosità vissuta in ogni azione, in ogni scelta, in ogni momento. Cuore, testa, mani, come suggerisce papa Francesco. Questo chiama in causa ciascuno di noi. Altrimenti la schizofrenia per tutti è dietro l’angolo!

 

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