La Posta di Città Nuova

Chiara Lubich con il fratello Gino

Incontriamoci a “Città Nuova”, la nostra città

 

Io, Gino Lubich

 

È possibile con valori opposti arrivare ad un risultato? Sì: le funzioni inverse, in matematica, sfruttano questo principio. Allora per spiegare i “focolarini” a chi bisogna chiederlo? Lo stavo pensando da diverso tempo (visto che ho una moglie del movimento). Semplice, a Gino Lubich, social-comunista di “professione”. Un comunista? pure socialista? Beh, ammetto che la mia affermazione, pur essendo in parte vera, non può sintetizzare uno straordinario uomo che, pur avendo delle riserve riguardo ai focolarini, è poi diventato un esempio per tutti. Non chiedetemi se lo conoscevo già. Ho appreso la sua esistenza circa… 4 giorni fa attraverso gli splendidi librettini allegati alla rivista (ndr:”Chiara mia sorella” Paliotti/Callebaut).

Gino (sì, lo chiamo per nome perché nel frattempo siamo diventati amici) sono io. Nella sua intervista esprime concetti, riflessioni e stati d’animo in forme tanto stringate quanto esaustive, dando risposte a quasi tutte le mie domande e colmando delle lacune che non sapevo di avere! È come me: brusco ma delicato nelle cose che contano, fedele alla linea ma con un unico Dio, e con il pallino di essere utile al mondo intero.

 

Gino sarà il cavallo di Troia che mi aiuterà ad entrare in maggiore sintonia con questo movimento, lo sento, credo che mi nasconderò nei suoi baffi per poi uscire al tempo giusto. Lui ha quello che Gesù ci esorta ad essere: «Non chi dice Signore Signore… ma chi farà la volontà del Padre mio», e lui di volontà ne ha dimostrata, eccome! Lei, Chiara, ha quella spiritualità unica alla quale Gesù richiama da sempre il mondo: «Qualsiasi cosa chiederete nel mio nome… egli ve la concederà». Insieme fanno Gesù incarnato e risorto. Gino indica, in modo chiarissimo, la via da praticare per attuare un’Economia di Comunione e ho deciso di percorrerla (a Dio piacendo, ovviamente).

Mi congedo da questo piccolo trafiletto allo stesso modo di Gino, come in una delle sue lettere scritte da redattore de l’Unità: me lo immagino – mentre le guance riempendosi e gli zigomi arriciarsi con i grandi baffoni venir su – dire: “Vi abbraccio e Vi bacio”.

Francesco (Gino)

 

rete@cittanuova.it

 

Le piazze della libertà

 

«Vorrei ringraziare di cuore sia per l’editoriale che per l’ottimo Primo Piano apparsi su Città Nuova n. 5. Finalmente un giornale che non si limita a dare i numeri dei morti e dei feriti di quanti erano presenti sulle varie piazze, ma tenta di approfondire i fatti. Sono in massima parte d’accordo con le analisi, ma mi è balzata in evidenza la totale assenza della Lega Araba in tutte le ultime vicende. Che ci sta a fare se non riesce neppure a dare un giudizio su quello che succede? La solidarietà araba mi sembra che sia andata a farsi benedire. Già in passato non aveva brillato per competenza e decisione, ma questa volta è completamente sparita dalla scena. E l’Arabia Saudita che si arroga la guida spirituale dell’Islam, cosa ha fatto oltre a dare (sembra) ospitalità a Ben Alì?».

Salvatore Pandolfo

Genova

 

I sommovimenti che stanno attraversando il mondo nordafricano e arabo in genere sono talmente profondi e importanti che è comprensibile che la Lega Araba non sappia bene che pesci pigliare. Anche nei giorni della caduta del Muro di Berlino il Patto di Varsavia diede risposte vaghe e non adeguate ai tempi. Si tratta, come diciamo nel Primo Piano di questo numero, di sostenere le popolazioni arabe perché riescano a trovare nuovi leader, nuovi partiti, nuove forme di collaborazione. Non è un’impresa dall’esito scontato.

 

Cattolici ossequiosi

 

«“Mai, finché governeremo noi, la famiglia tradizionale sarà equiparata alle unioni gay”, “mai permetteremo l’adozione a gay o single”, mai il comunismo “la cui storia non è completamente alle nostre spalle”. Riprende anche l’attacco alla scuola pubblica. I cosiddetti “cristiani riformisti”, con il loro presidente Antonio Mazzocchi, che chiama Berlusconi “eccellenza”, apprezzano e non fanno mancare il loro viatico al premier: “Presidente, stia tranquillo, i cattolici sono con lei”.

«Pur di spaccare e conquistare quella parte di mondo cattolico ingenua e (mi si passi) manipolata da 15 anni, che ritiene che uno Stato debba essere il più possibile confessionale, si sbandierano i “no ad adozioni per i single” e “no ai matrimoni gay” in modo che la Chiesa possa avallare altre “distrazioni” molto più gravi nei confronti del popolo italiano.

«Altra conseguenza consiste nei più gravi danni che la non-cultura di questo quindicennio ha perpetrato nelle menti di molti cittadini italiani. Quale è questa non-cultura? L’effimero: fare di tutto per il successo. Le professioni più ambite sono calciatore e velina, il privato spiattellato come dominio di tutti per vendere lo spazio pubblicitario. La libertà che mi dà il denaro, libertà che mi permette di fare quello che mi va, purché non influisca nella vita pubblica».

Lettera firmata

 

Cattolici che non ci stanno

 

«Vorrei esprimere il mio parere sul vignettista Vauro, collaboratore di Michele Santoro ad Annozero. Premetto che sono favorevole alla libertà di espressione, ma non a quella di offendere, soprattutto quando ci sono di mezzo i sentimenti religiosi. È vero che Vauro non ha un contratto Rai, ma è retribuito dalla stessa azienda (come da lui precisato) con mille euro a trasmissione. Certo non è una cifra paragonabile agli stipendi d’oro di certi conduttori televisivi, ma spesso e volentieri lo stipendio mensile di un lavoratore non raggiunge quella cifra. Anche questo potrebbe essere un argomento da satira».

Loriano Dei

 

Far la pace

 

«Non so perché per portare pace (peace keeping) e aiuti si debba essere armati fino ai denti né perché ci vogliano truppe da attacco. E anziché essere riconoscenti ai loro benefattori gli afgani li odiano e li fanno saltare in aria. Le salme tornano avvolte nel tricolore; ad esse e al ricordo di questi giovani morti si tributano onori altissimi (tanto non costano niente) e li si chiama impropriamente col gratuito termine di “eroi”. Li hanno sempre chiamati “carne da cannone” e i sommessi, dignitosi, addolorati singhiozzi di chi li piange fanno poco rumore. Una volta erano giovani “figli di mamma”. Adesso, sottufficiali professionisti, oltre che “figli di mamma”, sono anche mariti di mogli incinte e padri di bambini piccolissimi.

«La Costituzione della Repubblica vieta esplicitamente la guerra come mezzo di soluzione delle contese e tutti lo sanno. Meno sanno che la missione in Afghanistan è costata in un anno oltre metà della dura manovra economica dello scorso luglio. E nessuno sa, o è meglio non confessare, qual è la reale ragione per cui spendiamo miliardi di euro e vite umane e cosa stiamo realmente a fare in Afghanistan».

Roberto di Pietro
Padova

 

Ormai le domande che lei pone, caro di Pietro, debbono essere poste anche ai Parlamenti dei Paesi che partecipano alla cosiddetta “missione di pace”. Il senso di interventi militari in regioni tanto remote cominciano a non essere più così chiare: si combatte il terrorismo? Serve, lo ripeteremo allo sfinimento, una gestione condivisa e multipolare delle gestioni internazionali.

 

Un musical su Chiara Luce

 

«Abbiamo organizzato il musical Dai tetti in giù sulla vita di Chiara Luce Badano, esempio di santità giovanile e “laicale” e in collaborazione con le parrocchie di Piove e del circondario, abbiamo scelto il Palasport della città. Vi invitiamo calorosamente all’evento domenica 3 aprile, chiedendo a ciascuno di allargare il giro, soprattutto tra giovani e persone di diverse convinzioni religiose, perché il messaggio di Chiara Luce arrivi e magari “inquieti” tanti cuori».

don Alberto Peron

Cona (Ve)

 

Riportiamo la notizia di una tra le tante iniziative suscitate dall’esempio di Chiara Luce Badano. Per informazioni più precise: www.chiaraluce.org.

 

Condivisione

 

«Vorrei ringraziare tutta la redazione di Città Nuova online perché con articoli molto interessanti mi date la possibilità di condividere anche con tanti amici le riflessioni su diversi temi di attualità. Ho scaricato articoli pubblicati sul sito (Luigino Bruni su referendum alla Fiat di Mirafiori e intervista a Pasquale Ferrara sugli Stati del Nord Africa) e li ho trasmessi ad una rubrica di circa trenta destinatari. C’è chi mi ringrazia, chi esprime apprezzamento per il contenuto, chi esprime giudizi (positivi!) sul sito che, con l’occasione, ha visitato (perché nell’email inserisco il link).

«Vorrei anche chiedervi di continuare a presidiare, in modo particolare, i temi dell’attualità politica, e per attualità non intendo quella che i giornali ci vogliono far considerare tale, ma quella legata a problemi reali, a volte non in evidenza, ma su cui è bene richiamare l’attenzione».

Giovanni Sapienza

 

Social network

 

«Vi scrivo a proposito dell’articolo “Social network, genitori e figli”. Sono madre e terapeuta e ho letto con sorpresa questo articolo: se le tecnologie cambiano, rimangono tuttavia invariati i passaggi del crescere, che prevedono ancora il processo di separazione dai figli, adolescenti soprattutto. Evidentemente è un processo mentale che non prevede genitori che si mettano nella condizione di leggere il “diario privato” dei figli che hanno come destinatari i loro coetanei, non già degli adulti che con mascherato giovanilismo si intromettono nei loro affari (fosse pure per proteggerli). È molto più faticoso e utile dedicare tempo vero ai figli, iniziare quel dialogo, a volte conflittuale, dove si indicano valori, prospettive, sobrietà (anche dalla Rete) non sempre in sintonia con i desideri più immediati. Il dialogo poi deve partire molto prima, anche lì c’è un tempo di ascolto che rende preziosa e importante la relazione e crea quegli anticorpi che allontanano possibili incontri con sconosciuti.

«In famiglia ci sono moltissime opportunità di parlare di sessualità; importante è che anche i genitori ne parlino fra loro e aggiornino linguaggio e contenuti. E a proposito: mia figlia mi ha detto che si possono nascondere i contatti che non si vogliono far sapere a qualcuno!».

Alberta Rotteglia

Milano

 

Ipovedenti

 

«I lettori ipovedenti sono sempre stati nel nostro cuore. Sappiamo di circoli di lettura in cui il nostro periodico viene letto e commentato con persone che purtroppo hanno problemi con la vista. Rosalba Alberghina, una nostra intraprendente abbonata, giustamente impaziente dell’aggiornamento che stiamo portando avanti per rendere accessibile a tutti il sito di Città Nuova, ha pensato bene di partire dalle favole della rubrica “Fantasilandia” per convertire in file audio disponibili su cd i testi di quanto viene pubblicato su Città Nuova. Con la generosità che la contraddistingue, Rosalba ci ha segnalato la propria disponibilità ad inviare copia dei cd ai lettori interessati. Basta mandare una mail di richiesta alla casella di posta della sua amica Costanza (costanzamartines@libero.it)».

Lettera firmata

 

Grazie. Sempre grazie ai nostri lettori che ci sorprendono ogni giorno di più con la loro generosità.

 

 

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