La lezione di Manuel Bortuzzo

Il ventenne nuotatore, vittima di una sparatoria a Roma e paralizzato alle gambe, pensa già al rientro ispirandosi alla voglia di vivere e fare sport della campionessa paralimpica Bebe Vio
2019. ANSA/CLAUDIO PERI

«Come potete sentire dalla voce sto bene, non mi aspettavo tutto questo affetto, mi avete fatto emozionare. Se potessi vi abbraccerei a uno a uno, tutti quanti. Io ora vado avanti per la mia strada. Vedrete che torno più forte di prima. A presto, un abbraccio a tutti quanti».

Sono state queste le prime dichiarazioni pubbliche di Manuel Bortuzzo, contenute in un messaggio audio registrato dal presidente della Federnuoto Paolo Barelli, in visita al giovane atleta ricoverato presso l’ospedale San Camillo. Parole che commuovono e dietro le quali si cela una forza d’animo straordinaria. Sono tante le storie che si intrecciano in una vicenda drammatica e paradossale: nella notte dello scorso 3 febbraio, uno scooter guidato da Daniel Bazzano sfreccia in piazza Eschilo, nel quartiere dell’Axa a Roma. Lorenzo Marinelli, seduto dietro di lui, preme il grilletto tre volte di fronte a un distributore di tabacchi, colpendo proprio Bortuzzo.

C’è un tragico scambio di persona alla base del gesto dei due, presentatisi poi spontaneamente in questura. Lo stesso Marinelli ha detto: «È stato un errore, non so chi volevo colpire. Vado in carcere perché è giusto che Manuel abbia giustizia». La volontà era quella di vendicarsi per una rissa scoppiata in un pub poco prima: un gesto folle che avrebbe potuto portare a conseguenze ancora peggiori. Bazzano e Marinelli restano in carcere, non potendosi escludere che, secondo la Procura, «possano di nuovo sottrarsi al proprio rintraccio, non avendo riferito nulla in ordine al luogo della loro permanenza nei giorni successivi al delitto».

Il folle e cieco desiderio di vendetta da una parte, la volontà di ricominciare e di sorridere alla vita, nonostante tutto, dall’altra. La reazione di Manuel Bortuzzo è stata stupefacente: come confermato dal padre, l’atleta sta rispondendo nella miglior maniera possibile alla terribile notizia della paralisi agli arti inferiori, mostrando subito la voglia di tornare a mettersi in gioco, godendo della compagnia degli amici e della immediata solidarietà mostrata dai colleghi e dalla gente comune.

«Ho tanta voglia di andare avanti – ha detto Bortuzzo in una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport – è questa la cosa che riempie le mie giornate. Penso anche ad aspettare tutti gli amici che devono ancora arrivare. L’obiettivo è quello di migliorare giorno dopo giorno a livello fisico». La forza di volontà è rinfocolata anche dalla vicinanza di tutti coloro che sono stati colpiti dalla sua vicenda: «Gente che non mi ha mai conosciuto personalmente ma che mi scrive ‘ti voglio bene’ e mi dice che sono diventato un punto di riferimento. Mi sono chiesto – confessa alla Gazzetta – come sia possibile tutto questo, che sia nato questo spirito di famiglia. So solo che è davvero bello».

Il mondo del nuoto, dal presidente federale Barelli in giù, è tutto con lui. Nello scorso fine settimana, gli atleti hanno gareggiato con una M disegnata sul braccio, in segno di sostegno e solidarietà per Manuel. Una iniziativa lanciata dal nuotatore Andrea Lanzarini e replicata su scala nazionale dalla Federazione Italiana Nuoto che ha immediatamente lanciato l’hashtag #tuttipermanuel. Lo stesso Barelli ha precisato: «Siamo una famiglia e siamo pronti a sostenerlo fino in fondo. Abbiamo deciso di aprire una pagina Facebook per raccogliere tutti i messaggi di solidarietà e sostegno che continuano ad arrivare a Manuel». La volontà è quella di farlo diventare un luogo di confronto, dialogo, e idee.

«Il vile agguato che ha colpito il giovane Manuel ci ha stretto tutti in un coro sdegnato contro la violenza. Ci ha reso più uniti, più forti. I social network sono diventati un inno alla legalità e alla vita. Mercoledì Manuel si è svegliato. Sta migliorando visibilmente. È determinato, pieno di energia positiva. Manuel – conclude Barelli – sta migliorando visibilmente. Sente l’affetto che lo circonda e sa di essere diventato il figlio, il fratello, il nipote di tutti coloro che non accettano di vivere in un ambiente ostaggio della delinquenza».

Bortuzzo ha in mente un chiaro punto di riferimento da seguire nel suo percorso di rinascita. Si tratta dell’atleta paralimpica Bebe Vio, splendido esempio di come non ci si debba mai arrendere alle avversità che la vita, purtroppo, pone spesso davanti. Da tragedie come questa è possibile uscire rafforzati, pensare a costruire più che distruggere, cercare di essere più forti e motivati di prima, cogliere la bellezza dell’esistenza anche negli aspetti che sembrano più scontati. «In fondo poteva andarmi peggio, no? Sono vivo – ha confessato Manuel a Repubblica – questo è l’importante. Voglio stare per un’ora davanti al sole, sono sette giorni che non lo vedo. Questa sarà la prima cosa che farò».

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