La foresta magica

I cartoni non mancano. Dopo Spirit cavallo selvaggio della Dreamworks e Il pianeta del tesoro della Disney, ricco di ritmo e fascino spaziale, ecco La foresta magica. Un film diverso, indirizzato ai più piccoli, con dinamiche moderate e sentimenti delicati, che possono essere apprezzati anche dagli adulti. Tratto da un romanzo, ha dato origine a una serie televisiva non indifferente. Spagnolo, con coproduzione italiana, costituisce la prima realizzazione europea di cartoni animati con il computer e offre, perciò, ambienti e movimenti realistici, con effetti tridimensionali. L’originalità sta nel significato che lo anima. La magia della foresta non è quella di fantasie portentose e paurose, ma quella delle meraviglie della vita. Il film mostra che il bosco è un essere formato da molti esseri e che chi cammina in esso può avvertirne il palpito. Solo quando gli uomini scompaiono, esso incomincia a vivere e i suoi abitanti a parlare fra loro. L’umiltà del protagonista, che è una talpa non appariscente, è in sintonia con l’intenzione di cogliere la coralità della natura. Ci sono, comunque, animali simpatici che inducono all’ilarità, come una lucciola gentile, dei topi generosi e delle mosche rompiscatole. Il messaggio ecologista, molto sentito in Spagna dopo l’affondamento della petroliera, è espresso con linguaggio delicato, ma deciso, come l’augurio scambiatosi dagli animali: “Che l’uomo ti ignori”. E dice che la preziosità della vita pullulante sotto gli alberi può essere percepita solo se si sa ascoltare con il cuore. Regia di Angel De La Cruz, Manolo Gomez. Raffaele Demaria

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