La botola

Fabrizio Frizzi
Chissà, forse piace anche per questo. Perché può essere considerata la metafora dell’Italia di oggi. Un Paese che, insidiato dai nuvoloni grigi della crisi mondiale, realizza performance qualitativamente mediocri, con il rischio sempre concreto di mettere un piede in fallo e precipitare giù. Ma al di là di azzardate letture macroeconomiche, La Botola, la striscia estiva dopo-tiggì di Raiuno condotta da Fabrizio Frizzi, piace per un motivo molto più banale: è rilassante e senza pensieri come le serate estive in famiglia, quelle al chiaro di luna, magari in spiaggia, in bermuda e canottiera. Quelle nelle quali c’è sempre uno zio che racconta barzellette, la nipotina che recita poesie, l’amico che improvvisa cori alpini. People show, l’hanno chiamato, uno spettacolo cioè in cui protagonista è la gente, un genere che ha ormai invaso i palinsesti tv. Ogni sera va in scena una mini Corrida, sei dilettanti allo sbaraglio che, introdotti enfaticamente da un parente o da un amico, hanno un minuto e mezzo per mostrare quel che sanno fare. Cose talvolta bizzarre o strampalate, di solito niente di eccezionale. I montepremi sono (per fortuna) modesti e pochi sono i professionisti che si prestano, molti quelli che si improvvisano, disposti ad affrontare il patibolo acquatico pur di essere per 90 secondi protagonisti in tv, in prima serata su Raiuno. Il perdente precipita infatti giù in una piscina piena d’acqua, una punizione che qualcuno ha definito sadica, e che è il momento clou della trasmissione, senza però l’adrenalina e l’inutile tensione di tanti quiz serali. Semmai le immagini in primissimo piano dei concorrenti in attesa dell’apertura della botola portano ad uno scavo psicologico non di poco conto. Ad azionare la leva che toglie il terreno sotto ai piedi ai concorrenti è Fabrizio Frizzi, il vero vincitore del gioco. Sembrava sulla via del declino quando gli fu tolta Miss Italia. Da ottimo professionista qual è, ha saputo però risalire la china, riconvertendosi prima con garbo al talkshow (Cominciamo bene) e riconquistando poi, in estate, la prima serata (I soliti sospetti e ora La Botola). Incoraggia chi ha fatto numeri scadenti, evidenzia il buono di ogni concorrente, impasta i vari numeri con una conduzione leggera, limpida, gradevole. È il vicino di casa al quale affideresti i tuoi figli per mezzora, per andare un attimo a fare la spesa. Una balia televisiva che ti comunica fiducia. E forse per questo, La Botola piace, e molto, anche ai bambini. Speak easy Imparare l’inglese a suon di musica? È possibile su Radio Monte Carlo tutti i giorni alle 13 e 50, alle 16 e 50 e alle 20 e 30 con il programma Speak easy, parla facile, impara in modo semplice l’inglese. Come? Ascoltando recenti brani di canzoni e vecchi successi in inglese. Brani ascoltati tante volte che il conduttore, il bravo deejay Clive, legge, traduce, spiega e fa ascoltare. È un modo facile e immediato di imparare l’inglese in una trasmissione che dura solo pochi minuti. Ogni puntata si evidenzia una sola parola che così rimarrà ben fissa in mente. Si scopre anche che i testi delle canzoni inglesi sono, in genere, molto semplici e parlano della vita reale di tutti i giorni. Il programma è molto veloce, moderno anche come metodo educativo. Una singola parola è infatti compresa all’interno della frase ed acquisisce significati e sfumature diverse che vengono immediatamente recepite. Il programma, tuttavia, corre un po’ troppo veloce e ci vuole un ottimo orecchio per capire l’inglese alla velocità di una canzone. Richiede una grande attenzione ed assomiglia molto al linguaggio della pubblicità. Forse aiuterebbe prima ascoltare il brano, poi la spiegazione e, alla fine, riascoltare il brano. Repetita juvant. Aurelio Molè

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