Il corale testo di Goldoni

Dalle “Baruffe chiozzotte” di Goldoni, al cinema ispirato a Pirandello; dall’omaggio alla poetessa Marina Cvetaeva, alla rivisitazione di Elena di Troia, alla storia vera di Giuseppe Gulotta.  

Le baruffe chiozzotte a Torino

Un grande testo corale di Goldoni, dove la tradizione della Commedia dell’Arte è perfetta per raccontare le schermaglie amorose di un gruppo di pescatori e delle loro donne, personaggi mossi da affetti semplici, ma genuini. Commedia poco frequentata dalla metà degli anni ’60 fino ad oggi, ritorna ora con Jurij Ferrini il quale scrive: «Questa è una commedia di poveri. I ricchi sono assenti. I potenti lo stesso. Non esistono neppure i padri: sono tutti fratelli e sorelle. Una generazione unica, semmai allargata nelle differenze d’età. Il Coadiutore di giustizia è l’unica presenza del potere aristocratico-democratico. Gli “altri” poteri non esistono. C’è il più alto fraseggio goldoniano in quest’opera, il suo straordinario repertorio ritmico e comico; e funziona agevolmente sia in chioggiotto che in italiano».

“Le baruffe chiozzotte”, di Carlo Goldoni, traduzione e adattamento di Natalino Balasso, regia Jurij Ferrini, con Jurij Ferrini, Elena Aimone, Matteo Alì, Lorenzo Bartoli, Christian di Filippo, Sara Drago, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Rebecca Rossetti, Michele Schiano Di Cola, Marcello Spinetta, Angelo Tronca, Beatrice Vecchione; scene Carlo De Marino, costumi Alessio Rosati, luci Lamberto Pirrone, suono Gian Andrea Francescutti. Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. A Torino, teatro Gobetti, fino al 17/12.

Pirandello e il cinema

Presso la Sala Trevi di Roma, dal 25/11, in concomitanza con la mostra “Il caso Pirandello” al Teatro di Villa Torlonia e alla casa Museo di Pirandello in Via Antonio Bosio 13/b, nell’ambito delle manifestazioni per i 150 anni dalla nascita di Pirandello, in collaborazione con la Fondazione Cineteca Nazionale CSC, una rassegna di 5 giorni su “Pirandello e il cinema” a cura di Amedeo Fago. Tra i film in rassegna: “Pensaci Giacomino” di Gennaro Righelli (it. 1937); “Terra di nessuno” di Mario Bàffico (It.1939) ispirato a tre novelle; “Le due vite di Mattia Pascal” di Mario Monicelli (Fr.It.1985); “Enrico IV” di Marco Bellocchio (It.1984); “L’uomo dal fiore in bocca” di Marco Bellocchio (It.1993); “La balia” di Marco Bellocchio (It.1999); “Kaos” di Paolo e Vittorio Taviani (It.1984); “Tu ridi” di Paolo e Vittorio Taviani (It.1998); “Effetto notte” di François Truffaut (Fr.1973); “La rosa purpurea del Cairo” di Woody Allen (U.S.A. 1985); “Rashomon” di Akira Kurosawa (Giap. 1950). Il 27, presso la casa di Pirandello Andrea Renzi interpreta alcuni brani dai “Diari di Serafino Gubbio, operatore” , cui seguirà una conversazione su “Pirandello e il cinema” tra: Bellocchio, Fago, Paolo Petroni, Giovanni Spagnoletti.

Lo strano caso di Elena di Troia

Regista colto e originale, Stefano Napoli,  insieme alla sua compagnia Colori Proibiti, porta avanti da anni un rigoroso percorso di sperimentazione, fondato sul linguaggio del corpo e l’arte figurativa. Un teatro nel quale gli attori, quasi sempre muti, si esprimono in quadri plastici accompagnati da un impianto sonoro variamente evocativo. In“Beauty Dark Queen” si ripercorre la nota vicenda dell’eroina greca di Elena mettendo in scena due uomini, una donna, una dea, una statuetta. Scrive il regista: “… Tra di loro l’eterno gioco dell’amore, dei fraintendimenti, del caso. Ma non c’è nulla di gentile in questo gioco perché l’amore malato trasforma in prede e predatori, in una lotta per la sopravvivenza al termine della quale non ci saranno nè vinti nè vincitori, ma soltanto il silenzio che il tempo impone alle cose”.

“Beauty Dark Queen, Lo strano caso di Elena di Troia”, regia Stefano Napoli, con Francesca Borromeo, Filippo Metz, Simona Palmiero, Luigi Paolo Patano, Giuseppe Pignanelli, luci Mirco Maria Coletti, supervisione sonora Federico Capranica. Roma, Teatro Ulpiano, via L. Calamatta 38 (p.zza Cavour), fino al 3/12.

Omaggio a Marina Cvetaeva

Il duo Ricci/Forte completano un triennio di collaborazione stabile al CSS di Udine e presentano, in prima assoluta, una nuova creazione  incentrata sul  femminile ispirata alla figura della poetessa russa Marina Cvetaeva, dove la presenza, il corpo e la parola aprono un varco poetico sulla liberà individuale e le catene collettive proprie della società dei consumi.

“Easy to remember”, drammaturgia ricci/forte, con Anna Gualdo, Liliana Laera, movimenti Piersten Leirom, regia Stefano Ricci. Produzione ricci/forte. A Udine, Teatro S. Giorgio, dal 25 al 30/11.

La storia vera di Giuseppe Gulotta

Lo spettacolo porta in scena la storia vera di Giuseppe Gulotta, giovane muratore di 18 anni condannato per l’omicidio, mai commesso, di due carabinieri, avvenuto il 27 gennaio 1976, in provincia di Trapani. Un’odissea giudiziaria durata 36 anni raccolta nel libro Alkamar-La mia vita in carcere da innocente (ed. Chiarelettere), da lui scritto insieme a Nicola Biondo. Il delitto nasconde un mistero indicibile: servizi segreti e uomini dello Stato che trattano con gruppi neofascisti, traffici di armi e droga.

“Come un granello di sabbia. Giuseppe Gulotta, storia di un innocente”, testo e regia Massimo Barilla e Salvatore Arena, con Salvatore Arena, ospite della rassegna teatrale Palco Off. Produzione Mana Chuma Teatro. A Milano, Teatro Libero, dal 24 al 26/11.

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