Il ratto d’Europa è tra noi

Un grandioso e intelligente progetto dal valore didattico per scoprire la bellezza del Vecchio Continente
Il ratto d'Europa

L’Europa unita agita il sonno di nove attori che, fra sbadigli iniziali e zapping televisivo ossessivo, si ritrovano a una “chiamata alle armi” per salvarla dall’estinzione, messa in pericolo da banche, spread, Btp, indignados, precarietà lavorativa. I nostri eroi forzati, pigri e impreparati, devono fare squadra e superare otto impegnative prove. Una sorta di “Giochi senza frontiere” per ricostruire un’identità europea, dove ogni gara ha un tema: lingue, strade, bandi Ue, guerre, popoli. Tappe che ripercorrono le radici del Vecchio Continente fino ai giorni nostri. Insieme dovranno costruire strade, ponti e macchine per viaggiare, arrampicarsi su corde instabili, imparare nuove lingue, ritracciare mutevoli confini e ricordare la sterminata e sanguinosa storia delle guerre europee, danzare all’unisono come fossero un corpo solo, compilare bandi di concorso per aggiudicarvi finanziamenti strutturali UE, e alla fine affrontare la nuova “Grande Crisi” planetaria, in una tragicomica disfida decisiva.

La brancaleonesca compagine allo sbaraglio, nel superare queste impervie fatiche, sarà costretta a trasformarsi in una squadra coordinata e coesa: una squadra vera, di quelle in cui le differenze tra i giocatori sono una ricchezza. S’inizia dal rapimento della principessa asiatica Europa da parte di Zeus e condotta in Occidente, passando per la colonizzazione romana, le invasioni, il Grand Tour, gli Erasmus, la burocrazia, i conflitti per difendere confini o interessi, i muri eretti dagli Stati, per finire con una partita di rugby fra la nuova squadra europea e dei giovanissimi giocatori di una squadra romana. Tutto questo avviene  in teatro col il coinvolgimento, in vari momenti, degli spettatori, tra cui un personaggio pubblico ogni sera diverso che viene intervistato sull’argomento Europa.

Gli artefici di questo grandioso e intelligente progetto, dal valore anche didattico, intitolato Il ratto d’Europa, col sottotitolo Per un’archeologia dei saperi comunitari, sono il regista Claudio Longhi con l’Emilia Romagna Teatro e il Teatro di Roma, i due enti produttori. Partito da Modena lo scorso anno il “ratto” è ora arrivato nella Capitale, seguendo lo stesso percorso intrapreso nella città emiliana e conclusosi con la forma finita dello spettacolo.

Attraverso molti laboratori, infatti, la troupe di attori ha coinvolto, per alcuni mesi e in tappe successive, scuole e realtà cittadine nella stesura drammaturgica e, con diverse modalità, all’interno dello spettacolo, tra cui una scuola di canto, un piccolo ensemble musicale che suona dal vivo, una ballerina. Bravissimi e instancabili tutti gli attori impegnati a tenere le fila dell’ironico e fantasioso varietà, un gioco collettivo che ha al centro un enorme topo, e un altro di colore azzurro come la bandiera europea, che si aggira in sala a “rattizzare” il pubblico. Forse, però, tre ore di spettacolo sono troppe per l’attenzione che invece merita, e che sciama per alcune sequenze che faticano a prendere ritmo o perché troppo allungate.

 

Il ratto d’Europa – Per un’archeologia dei saperi comunitari”, drammaturgia collettiva, ideazione e regia Claudio Longhi,con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell'Utri, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo, spazio scenico Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca, luci Tommaso Checcucci, immagini video Gianluca Latino, coordinatore Giacomo Pedini. Al teatro Argentina di Roma, fino al 10 maggio.

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