Il primo uomo

Gianni Amelio, grazie a Camus, ha trovato il modo di fare il film autobiografico che aveva in mente da tempo.
Una scena del film

Gianni Amelio, grazie a Camus, ha trovato il modo di fare il film autobiografico che aveva in mente da tempo. Ha spiegato di aver riconosciuto nell’infanzia dello scrittore ad Algeri, rievocata nel suo ultimo libro, le tracce della propria Calabria. Grazie anche all’ottima scelta degli attori, i personaggi, gli eventi e i luoghi della fanciullezza si animano nei toni pacati dell’incanto degli affetti ricevuti: sono quelli di Camus e di Amelio, ma anche i nostri. Eppure c’è l’Algeria, con la sua luce mediterranea, c’è la cornice storica dei comitati di liberazione del ’57, c’è il mondo povero e dignitoso degli arabi. Tutto ci appare familiare, perché ripreso «con tanto pudore, misura e bellezza profonda», come ha riconosciuto, elogiando, la figlia dello scrittore.
Regia di Gianni Amelio; con Jacques Gamblin, Maya Sansa, Nino Jouglet.
 
Valutazione della commissione nazionale film: consigliabile, poetico (prev).

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