Il paese degli indecisi

Un bel giorno la piccola cittadina di Dubbio (Sì! Avete letto bene, non si tratta di Gubbio, ma proprio di Dubbio!) fu vittima di uno strano evento. Dovete sapere che questo posto aveva una bizzarra caratteristica: non ci crederete mai… ma questo era il paese degli indecisi! Sì, proprio così! Qui si concentrava il maggior numero di persone indecise. Perfino il telegiornale ne aveva parlato, a seguito di un sondaggio su scala nazionale. Dubbio era piena di pub e giardinetti, di bar e di cinema, tutti luoghi affollatissimi dove si restava seduti per ore ed ore e nessuno si decideva mai ad alzarsi. Un uomo robusto si alzò all’improvviso e pensò: Dovrei quasi decidermi a fare una bella passeggiata!. Ma, dopo aver riflettuto un pochino, ricadde pigro sulla poltrona e pensò: Ma forse sto bene qui su questa soffice poltrona… chi me lo fa fare di alzarmi? E poi non so se ho veramente voglia di andare a fare una passeggiata… sono indeciso!. Come lui, tutti erano vittima di una strana apatia e in generale, appena arrivati a Dubbio, si respirava un’aria strana, tra il pesante e l’indolente. In casa, ad esempio, le mamme non si decidevano su cosa preparare per il pranzo e così finivano per cucinare sempre la stessa cosa. Che strana atmosfera! Un giorno capitò a Dubbio un giornalista, uno di quelli vecchio stampo, ancora deciso ad andare fino in fondo pur di scoprire tutta la verità. Attratto dalla curiosità per questo strano posto, arrivò in città molto determinato e cominciò subito a fare domande e interviste. Ben presto però si accorse che qualsiasi fosse la sua domanda, la risposta era – prevedibilmente – un bel Non so. Scoraggiato, decise di mettersi ad osservare un po’ quel che gli succedeva intorno. Ogni cosa aveva dell’incredibile: il sindaco era indeciso se sciogliere la giunta e così gli assessori per lungo tempo restavano in municipio, indecisi se rincasare oppure no. Al ristorante, i camerieri non si decidevano a portare il conto e in classe le maestre non si decidevano a spiegare la lezione! Leggendo qualche vecchio articolo sulla città, il nostro cronista aveva appreso che un uomo eccentrico – una sorta di viaggiatore solitario – un giorno, stanco di vedere i suoi concittadini ridotti così, decise di andare via e di costruirsi una casetta al di là del parco, in collina e ritirarsi in solitudine in compagnia delle sue letture. Il giornalista pensò che soltanto quest’uomo avrebbe potuto aiutarlo a chiarire l’intera faccenda. Così, l’indomani partì per andare ad incontrarlo. L’uomo apparve diffidente all’inizio, ma in seguito, vista la determinazione del suo intervistatore, decise di rivelargli tutta la verità: Dubbio era stata un tempo una cittadina bellissima: piena di gente allegra, molto efficiente e attiva, sempre baciata dal sole. Un giorno accadde che uno strano nuvolone nero si avvicinò minaccioso: non annunciava un semplice acquazzone… qualcosa di strano nell’acqua piovana contagiò tutti gli abitanti che si trovavano fuori all’aperto; solo quei pochi rimasti in casa restarono immuni, e da allora Dubbio è rimasta in questo stato, concluse sconsolato. Ma è terribile – affermò il giornalista -: qui bisogna decidersi subito a fare qualcosa. Nessuno ha il coraggio di fare nulla, ormai tutti credono non ci sia un rimedio, rispose afflitto l’uomo. Il giornalista non si diede per vinto, la sua determinazione contagiò anche il vecchio saggio e così d’accordo decisero di armarsi di buona volontà e di mettersi al lavoro per cambiare le cose. Insieme cominciarono a ripulire le strade lasciate sporche dai netturbini indolenti. Insieme si recarono in giunta e parlarono al sindaco pigro per convincerlo a decidere, spronarono gli assessori a decidersi a tornare a casa dalle loro famiglie. Così, per lungo tempo, i due lavorarono insieme senza mai fermarsi, ora recandosi dall’uno, ora dall’altro, facendo leva sull’incantesimo più grande: quel briciolo di coraggio e buona volontà che ogni cittadino di Dubbio aveva nascosto dentro al cuore, sepolto dietro cumuli di incertezza e pigrizia. Pian pianino, come per incanto, la cittadina sembrò risvegliarsi da quello strano torpore e una bella mattina tornò anche il sole! Quei raggi caldi e luminosi scaldarono il cuore e l’energia di tutti. In poco tempo, Dubbio riprese ad essere la cittadina ridente ed energica che tutti conoscevano. La giunta comunale approvò con decisione e all’unanimità l’idea di una Festa annuale del Coraggio. Inutile raccontarvi che quell’anno ad esser premiati furono proprio il vecchio uomo della collina e il giornalista. In prima pagina il titolo del suo editoriale suonava così: DUBBIO: IL CORAGGIO DI DECIDERE. Finalmente!

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