Il fondamentalismo del “moderno”

Èconsueto sentire sia nel parlare comune che nei discorsi degli ambienti culturali e politici, espressioni come queste: Bisogna ammodernare il Paese; Questo discorso non è moderno; Costui (o costei) è un uomo (o una donna) moderno e così via. Se moderno vuol dire essere presenti pienamente nella storia, essere aperti ai cambiamenti sociali, politici, economici e scientifici, avere capacità di camminare verso il futuro, allora porta con sé una indubbia valenza positiva. L’essere umano, infatti, nella sua dignità essenziale è anche storico, vale a dire, capace di cambiare, di evolversi, di superarsi. Se moderno invece vuol dire buttare a mare tutto il passato, le esperienze, le conquiste, per fare del nuovo un assoluto, allora non ci siamo. Si rischia di cadere in una sorta di fondamentalismo del moderno. Non bisogna aver paura di essere tacciati di essere conservatori. Conservare ciò che va conservato è rispetto e impegno verso il passato e coraggio di aprirsi al futuro. Ma il punto è che non tutto quello che è moderno è buono, sano e bello. Per valutare una conquista, una situazione, un pensiero, un discorso non basta il timbro della modernità, ma ci vuole la cernita della ragione, vale a dire il giudizio della retta coscienza che ci dice ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è essenziale e ciò che è secondario. Solo allora il moderno può essere assunto e incorporato. Per il credente in Cristo, poi, si aggiunge un altro confronto: quello con il messaggio evangelico, con la Parola di Gesù. Siamo chiamati nel cuore della nostra attività quotidiana a cercare e trovare sempre una sinergia tra la vita nostra e quella della società con le esigenze, le richieste e le proposte del Vangelo, fonte perenne di verità, di vita, di libertà, di progresso. Il Vangelo non si pone contro il moderno, anche perché è esso stesso inesauribile novità; caso mai lo giudica, lo vaglia e lo promuove. Essere moderni, dunque, non significa seguire le mode dell’oggi che domani non sono più, e nemmeno accettare ogni nuova possibilità che la scienza raggiunge, od ogni nuovo spazio che la società offre e apre. Significa piuttosto compiere passi, assumere comportamenti ed elaborare pensieri che portino la società tutta in avanti verso un avvenire di maggiore dignità, rispetto, solidarietà, fraternità.

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