Il Campus continua

Più di quaranta giovani provenienti dalle più disparate regioni d’Italia per la prima edizione torinese dal 28 luglio al 6 agosto. “La periferia: capitale d’Italia” è il titolo scelto dai giovani, provenienti da tutta Italia e animati dalla volontà di spendersi per la propria città, realizzeranno attività di riqualificazione, laboratori per i più piccoli e workshop interattivi su temi come la legalità, l’integrazione, il disarmo.  È organizzato dai Giovani per un mondo unito. Leggi anche la prima tappa del diario.

Da domenica sera il Campus ha iniziato a prendere lentamente forma, tra mattinate giocose e pomeriggi formativi. Il lunedì è partito con l’accoglienza dei bimbi e le suddivisioni nei vari laboratori, il cui obiettivo sarà la realizzazione di uno spettacolo la sera del 5 agosto. Il recital sarà basato sulla canzone “Sambamico”, presente in un musical delle paoline chiamato “l’Isola della felicità”.

Il laboratorio di Pittura-riciclo si occuperà di realizzarne la scenografia, insieme alla produzione di un oggetto che sarà nominato, in modo tale che i bambini possano portarselo a casa dopo l’esperienza estiva in Cartiera.

Il laboratorio di Musica avrà invece il compito di mettere insieme un gruppo di piccoli percussionisti che accompagneranno lo spettacolo con strumenti realizzati con oggetti riciclati. Quello di Teatro, unito a quello di Danza e Canto contribuirà a comporre lo spettacolo vero e proprio con balli, canzoni e la realizzazione di una breve commedia. Presente anche un laboratorio di giornalismo, che si occuperà della realizzazione di un settimanale del Campus, scritto e curato dai bambini stessi, i quali racconteranno le attività con articoli e brevi interviste agli altri partecipanti.

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Una prima cosa notata da molti giovani, accorsi a Torino dalle parti più disparate d’Italia,  è la grande varietà culturale di questo quartiere, la maggior parte dei piccoli proviene da famiglie straniere e solo una minoranza è italiana. A confermare che le differenze culturali, in queste circostanze, sono solo apparenti.

Il lunedì pomeriggio è stato dedicato ad una formazione presso l’Evironment Park. Che, come riportato dagli ideatori del progetto, è un acceleratore di innovazione per tutte le imprese che puntano ad allargare il proprio mercato con soluzioni eco-efficienti. Un aggregatore di idee che possono essere trasformate in business per avere una marcia in più ed essere competitivi nella green economy a livello mondiale. All’interno di questa visita vi è stata la presentazione, curata da Federico Aleotti, di un’attività realizzata da Ingegneria senza frontiere, un’associazione nata in seno al Politecnico di Torino, che cerca di unire la progettazione ingegneristica a scelte eque, etiche e consapevoli. La sera invece è rimasta libera per approfondire i nuovi rapporti nascenti tra i partecipanti del Campus.

Martedì, dopo i consueti laboratori mattutini si è tenuto un momento formativo sul “fine vita”, eutanasia e cure palliative tenuto da Ferdinando Garetto, medico palliativista che ha parlato del suo lavoro presso l’hospice portandoci l’esperienza della Fondazione Faro (Fondazione assistenza ricerca oncologica). La Fondazione assiste gratuitamente a casa e in hospice, 365 giorni all’anno, le persone che, colpite da un grave malattia, necessitano di cure palliative. Oggi, grazie ai continui studi, la Faro onlus ha esteso il campo di applicazione di questi trattamenti del settore prettamente oncologico a quello delle malattie neuro-degenerative e delle patologie epatiche e polmonari.

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Mercoledì mattina oltre ai laboratori e ai giochi un gruppo di ragazzi specializzati nel settore ha portato i bimbi nel mondo del “coding”. Con questo sistema i più giovani hanno imparato a programmare attraverso una serie di giochi e esercizi interattivi basati su un’interfaccia visuale. I piccoli informatici hanno così potuto determinare le azioni di uno o più personaggi spostando blocchi o oggetti grafici su un monitor dedicato.

Il pomeriggio è stato dedicato ad una visita artistica della città di Torino sulle orme dei capolavori di Mario Merz. Artista, pittore e scultore italiano, uno dei massimi esponenti dell’arte povera.

La sera, dopo un pranzo al sacco presso piazza Carlo Alberto, i giovani non piemontesi hanno potuto conoscere un’usanza tipica delle zone montane e pedemontane vicine alla Francia, i balli occitani. Danze tradizioni in uso nelle valli occitaniche d’Italia. Ballate singolari utilizzate in quasi tutte le occasioni festive.

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