Gli animali sentono prima il terremoto?

In attesa di eventuali conferme scientifiche sulla possibilità di prevedere i terremoti grazie agli animali, registriamo fatti curiosi che fanno pensare
terremoto

Si dice spesso che prevedere i sismi non è possibile, mentre prevenire le conseguenze negative lo è (ad esempio costruire con criteri antisismici). Eppure sembra che sia invece possibile prevedere i sismi grazie agli animali, dotati, a quanto pare, di poteri straordinari, anche se tuttora non esiste una spiegazione scientifica fondata.

 

Molti ricordano di aver sentito abbaiare i cani poco prima della scossa di terremoto che ha colpito il Centro Italia il 24 agosto. Nel devastante disastro dello tsunami nell’Oceano indiano del 26 dicembre 2004 sono morte più di 280 mila persone. La cosa misteriosa è che quasi tutti gli animali che erano vicini alle coste si sono salvati fuggendo in collina diverse ore prima dell’impatto violento delle onde.

 

Forse c’è da considerare una sorta di telepatia, o perlomeno di sesto senso negli animali, come sostiene il biologo inglese Rupert Sheldrake quando parla di “campi morfogenetici”? Se gli uomini sono completamente limitati dai cinque sensi, gli animali grazie a questo sesto senso odono gli ultrasuoni come fanno i cani, vedono gli infrarossi come fanno i serpenti, ecc. Un sesto senso che potrebbe permettere loro di avere anche presentimenti di terremoti, di tsunami e altre calamità naturali, come conferma anche una piccola serie di eventi storici.

 

La prima descrizione dettagliata di un terremoto in Europa riguarda un cataclisma avvenuto nel 373 a.C. a Helike in Grecia, nel golfo di Corinto, durante il quale la città fu inghiottita dal mare. Cinque giorni prima, narra lo storico Diodoro Siculo, ratti, serpi e donnole lasciarono la città a frotte, con grande stupore dei suoi abitanti umani. Dal Medioevo invece sono pervenuti diversi racconti, tra cui quello del terremoto del 1095 nel Wurttemberg: «I polli abbandonarono le abitazioni umane e andarono a vivere selvaggi nei monti e nei boschi».

 

Nel XIX secolo, nella notte fra il 26 e il 27 agosto 1883, nel Sud-est asiatico avvenne una delle maggiori catastrofi degli ultimi secoli, l’eruzione vulcanica tra Giava e Sumatra, che sommerse la maggior parte dell’isola Krakatoa. Enormi quantità di vapori e polvere vulcanica si diffusero nell’atmosfera di tutto il pianeta. Pochi giorni prima gli abitanti dell’isola notarono che animali di specie diverse sembravano presi dal panico: gli uccelli si ritiravano, i mammiferi raggiungevano a nuoto le isole vicine.

 

Quando il 26 settembre 1997 il terremoto in Umbria devastò la basilica di S. Francesco e danneggiò gravemente paesi e città circostanti, molti notarono che qualche tempo prima gli animali si erano comportati in modo strano. Frotte di ratti abbandonarono le fogne, la notte precedente alcuni cani avevano abbaiato più del solito e altri si erano messi in una strana agitazione. I gatti parevano turbati e alcuni si erano imboscati. Il volo dei colombi era “innaturale” e qualche minuto prima del sisma gli uccelli selvatici tacquero e i fagiani emisero strane grida.

 

Eppure nonostante queste testimonianze, la maggior parte dei ricercatori in sismologia non prende in considerazione questi avvertimenti o li liquida come superstizioni, come coincidenze fortuite o come istinto animale in funzione della conservazione della specie. A quanto risulta, nessuna parte delle centinaia di milioni di dollari nel mondo che vengono annualmente spesi per la ricerca sismologica viene dedicata all’indagine del comportamento animale. Ecco un altro settore in cui lo scetticismo è usato per impedire il progresso e non per promuoverlo.

 

Ma in questo caso non si tratta soltanto di un impoverimento del nostro sapere: gli animali potrebbero essere utili a dare l’allarme e a salvare vite. Per esempio la mattina prima del disastro dello tsunami del 2004, i pescatori della zona fecero una abbondantissima pesca e quello che li sbalordì fu aver pescato tantissimi pesci senza occhi e dalle forme più strane, pesci che vivono solo in fondo agli oceani e che con il terremoto nei fondali erano risaliti in superficie. Una volta arrivati in riva, i pescatori comunicarono questa stranezza ai mass-media. Se guardiamo alle conseguenze dello tsunami, è evidente che non sono stati ascoltati né presi sul serio.

 

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