Fuoco al polo nord

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Un aereo rosso atterra in un piccolo aeroporto, al Polo Nord. Ne discende il pinguino Romeo che regge una valigia di stoffa scozzese e porta, a tracolla, un paio di pattini da ghiaccio. Il pinguino ha fatto un lungo viaggio dal Polo Sud, suo paese natale, fino all’estremità opposta della terra per raggiungere Arabella, una graziosa foca che ha conosciuto qualche mese fa, a un concorso internazionale di pattinaggio artistico. Ma oggi, ad attendere Romeo, non c’è nessuno. Il pinguino si guarda attorno smarrito e pensa: “Forse Arabella non ha ricevuto il mio telegramma o forse, speriamo di no, è ammalata”. Una giovane foca giunge sulla pista, pattinando a tutta velocità, e si dirige verso il pinguino: – Ciao, immagino che tu sia Romeo, perché non esistono altri pinguini al Polo Nord. Devo darti questa lettera, da parte di Arabella. Romeo prende la busta verde che la foca gli ha portato ed entra nel bar dell’aeroporto dove ordina una cioccolata calda. Guarda la busta, posata sul tavolo. Non ha fretta di aprirla: un leggero timore, forse un presentimento, lo trattiene. La calligrafia sulla busta è elegante e decisa: i segni che Arabella ha tracciato sulla carta ricordano a Romeo gli svolazzi che la foca sa compiere, volteggiando sul ghiaccio. Il pinguino indugia a pensare ai progetti che aveva fatto con lei. Insieme, avevano deciso di formare una coppia di pattinatori e di aprire una scuola di pattinaggio. Forse un giorno, accanto alla scuola, avrebbero anche costruito un igloo per loro due, si sarebbero sposati e sarebbero stati molto felici, come nelle favole… Finalmente il pinguino apre la busta. La lettera dice così: “Caro Romeo, io ho cambiato idea. Non mi interessa più partecipare ai concorsi di pattinaggio e nemmeno insegnare a pattinare. Io voglio diventare una grande attrice. Per questo vado in America. Ciao.Arabella”. La cioccolata ormai è fredda e Romeo non l’ha neppure assaggiata. Ha lo sguardo fisso nel vuoto. Ecco, i suoi sogni sono svaniti e Arabella non gli ha nemmeno chiesto scusa. “Cosa farò adesso? Il prossimo aereo per il Polo Sud partirà solo tra una settimana… “. Una lacrima cade nella tazza della cioccolata, cioccolata, il pinguino si asciuga gli occhi e vede alcune foche, ferme sul bordo della pista, che stanno infilando i bianchi pattini con le lame d’acciaio. È la prima volta che provano a pattinare e ben presto la pista si riempie di urla: – Aiutooo, cado! – Pista, fatemi largo, non riesco più a fermarmi! – Ehi, qualcuno mi aiuti a rimettermi in piedi! – Ahi! Che botta ho preso! Il pinguino le osserva, divertito e intenerito. – Non si fa così! – dice avvicinandosi e, pazientemente, incomincia a insegnare alle foche come muovere i primi passi sul ghiaccio. In questo modo, Romeo riesce a scacciare i suoi pensieri. Intanto giunge la sera. Stanco morto, va a dormire in un alberghetto e il giorno dopo, di buon mattino, è di nuovo pronto per istruire il gruppetto delle sue allieve. Sono trascorsi sei giorni. Domani arriverà l’aereo che riporterà Romeo a casa. Ma il pinguino non ha ancora comperato il biglietto. Le sue allieve sono diventate dieci e qualcuna sogna già di poter partecipare, un giorno, a qualche concorso. Romeo sa quanto facciano male i sogni spezzati, per questo non vuole deluderle. “In fondo – pensa – non c’è niente di urgente che mi richiami a casa. Potrei fermarmi qui qualche mese, fino a che sapranno cavarsela bene”. Qualche mese è già passato e Romeo ha rimandato più volte l’acquisto del biglietto per il Polo Sud. Ha affittato una baracca di legno, ai bordi della pista di pattinaggio; sulla porta ha messo un cartello che dice: * Romeo * *Scuola di pattinagio artistico* * Prezzo di ogni lezione: tre sardine * Le soddisfazioni non gli mancano: una sua allieva ha già vinto una medaglia in una gara regionale e un’altra andrà presto a perfezionarsi in una celebre scuola di Mosca. Durante il giorno, Romeo ha molto da fare, ma la sera si ritrova sempre solo. Allora pensa agli amici che non vede da tanto tempo, pensa alle gare alle quali non ha più potuto partecipare e pensa ad Arabella. In tutto questo tempo non ha mai mandato sue notizie. “Sarà diventata una grande attrice?”, si domanda; ma si accorge che, in fondo, non gli interessa molto saperlo. Ormai infatti, quando pensa a lei, il pinguino sente il cuore duro e freddo, come la distesa di ghiaccio che vede dalla finestra della sua baracca. “È stata egoista. Ha pensato solo a sé stessa. Se anche tornasse, non potrei mai perdonarla “. Oggi Romeo è molto impegnato: sta perfezionando con Tatiana, la sua migliore allieva, il numero che la foca dovrà presentare ai Campionati Mondiali di pattinaggio artistico. Mentre ne segue gli esercizi, nota qualcuno che, dall’altra parte della pista, si sbraccia e grida: – Ehi! Ehi, sono qui! “Dovrebbe smetterla -pensa Romeo -: sta disturbando Tatiana. Adesso vado a dirglielo”. Arrivato al bordo della pista riconosce, semi nascosta in un enorme cappuccio bianco, Arabella. – Finalmente mi hai vista! – esclama la foca -. Beh, eccomi qui: ho cambiato idea. Non mi interessa più fare l’attrice. È tremendo! Tutto il giorno sotto quei riflettori roventi: non ne potevo più! Avevo bisogno di un po’ di freddo. E poi qui ci sono un sacco di cose da fare: dobbiamo riprendere ad allenarci e vedo che c’è la scuola: ho voglia di incominciare a insegnare! E… – aggiunge notando la baracca di legno – bisognerà costruire un bell’igloo… Arabella, che ha parlato spavaldamente, di colpo abbassa gli occhi e tace. Si è accorta di non aver detto la cosa più importante. Con il cuore in tumulto e un soffio di voce, chiede: – Ma tu… mi vuoi ancora bene? Il pinguino guarda la piccola foca che trema davanti a lui, impaurita. Sì, forse Arabella è un po’ egoista, ma Romeo si accorge anche di quanto sia fragile e indifesa. E sente nascere nel suo cuore un calore nuovo che scioglie tutto il gelo che era dentro di lui. Allora la accarezza e le dice sottovoce: – Non come prima. Di più, molto di più! Arabella appoggia il capino sul petto bianco di Romeo e lo bagna di lacrime dolci. Oggi al Polo Nord non fa più freddo. Perché c’è un grande fuoco, per scaldare tutti quanti.

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