Come faccio se non sopporto la “compagna” di mio figlio?

Una nonna e un nipote (non della stessa famiglia!) si confrontano su uno stesso tema. Per imparare gli uni dagli altri.

La nonna

«L’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola». Questa frase si trova nel libro della Genesi ed è posta subito dopo la nascita della donna come compagna dell’uomo, carne della sua carne! Quindi fin dall’inizio Dio indica quale sarà la vita dell’uomo. Questo vale anche per i nostri figli.

I genitori amano i propri figli e sono convinti di sapere cosa è meglio per loro, ma a un certo punto devono fermarsi. Un giorno ci sarà una lei o un lui più importante di noi, più ascoltato, che diventa indispensabile e complementare. I nostri figli possono avere gusti, passioni, visioni, preferenze diverse dalle nostre.

Spesso all’inizio siamo entusiasti nell’accogliere i loro nuovi compagni di strada, ma poi inevitabilmente ne scopriamo difetti e limiti. Allora può accadere di non sopportarli ma, se non ci sono motivi gravi e pericolosi, si deve fare un passo indietro. È proprio nel distacco che si realizza l’amore genitoriale.

Una famiglia di conoscenti ha messo in cattiva luce ogni nuova compagna del figlio, fino ad impedirne per sempre la realizzazione affettiva. L’amore tra due persone è un dono e un mistero grande, che ha fatto dire a Gesù: l’uomo non divida ciò che Dio ha unito. Cosa fare, allora, se non sentiamo trasporto verso questi figli acquisiti? Cerchiamo di vedere le cose belle in loro, con benevolenza.

Ancora: facciamo un esame di coscienza per capire se abbiamo pregiudizi, idee esagerate e infine chiediamo aiuto anche alla preghiera, che spesso ci aiuta a sciogliere i nodi non limpidi del nostro cuore! Inoltre, se li allontaniamo e il loro rapporto con nostro figlio è vero e saldo, allontaneremo anche lui.

Se tutto ciò non basta, facciamoci aiutare da qualche coppia matura o da esperti di relazioni familiari.

Per concludere: noi genitori stiamo vicini col cuore, ma a debita distanza e in punta di piedi! Con l’arrivo dei nipoti torneremo importanti (sempre in seconda fila, però!), ma questa è un’altra storia!

Il nipote

Il momento di presentazione della fidanzata o del fidanzato ai genitori è sempre un momento di tensione: non si sa come gli altri reagiranno. Tutti abbiamo paura di essere giudicati male, ma i giudizi arrivano, inevitabilmente e purtroppo anche involontariamente. Dispiace ammetterlo, ma molte volte finiscono con l’essere negativi.

A molti genitori non piace la compagna del proprio figlio, per timore, o per un’idea sbagliata che si sono fatti, o per la troppa protezione che hanno verso di lui. Potrebbero anche essere dalla parte del giusto su alcuni aspetti.

Cosa fare in questi casi? Dipende dalla situazione e tutto è pieno di incertezze. Non si può sapere come andrà la vita. L’idea che mi sono fatto è che i genitori non possono costringere il figlio a lasciarsi. Anche se avessero tutte le ragioni del mondo. L’amore non si decide solo col cervello, per cui non si può imporre una decisione. La scelta deve ricadere nella coppia.

Tuttavia i genitori, essendo guida e sostegno per la propria prole, è giusto che dicano il proprio parere e avvertano il figlio dei timori che hanno sulla sua relazione. Una volta dette le loro ragioni, però, è importante che ascoltino quelle del figlio e provino a rivedere l’idea che si sono fatti. Sarà il figlio poi, col tempo, armato dei consigli dei genitori, e con il sostegno degli amici, che dovrà scegliere.

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