Essere e avere

Questi due verbi, così essenziali per coniugare tutti gli altri, ci riportano ai primi anni del nostro apprendimento scolastico. Da tale esperienza Nicolas Philibert si è sentito attratto quando, desideroso di girare un documentario ambientato nel mondo rurale, visitava i pascoli e le valli del Massiccio Centrale. Ha cercato una classe unica, con bambini dall’asilo all’ultimo anno delle elementari, l’ambiente più adatto a riprendere, da diversi punti di vista, il loro sviluppo con i coetanei fuori della propria famiglia. Importante alla riuscita del film è stata la figura del maestro: un cinquantacinquenne vicino alla pensione, che svolge con amore il proprio lavoro: autorevole, ma dai modi dolci e capace di ascoltare con attenzione e di dialogare anche con i più chiusi. Si finisce per provare ammirazione per questo insegnante, che ha dedicato anni al suo paziente lavoro, ma anche per il regista, che ha colto tutto questo dal vero e con poesia. Una vera arte di documentarista la sua, perché ha saputo operare con tale discrezione da lasciare il tempo ai ripresi di abituarsi alla sua presenza e, quasi, di dimenticarlo. Come egli ha spiegato, ha mantenuto la giusta distanza dai bambini, familiarizzando con loro quanto bastava. Ci sono, così, molti momenti veramente spontanei, come la lite vicino al cancello, i dialoghi con il maestro sulle responsabilità personali, i compiti fatti a casa con i parenti che si ingegnano a spiegare le operazioni. Il soggetto di queste scene, di per sé così fragile, trova consi- stenza nelle immagini serene dei volti dei bambini animati “dal desiderio di progredire, a volte preoccupati, a volte distesi, spesso buffi e ridenti”; ma talvolta seri, chiusi e indecifrabili. Davanti al realismo di questi ultimi, anche se mostrati con delicatezza e pudore, risulta spontaneo riflettere sulle difficoltà connesse all’imparare e al crescere. Un documentario, che sembra una fiction, tanto i suoi personaggi ci prendono come attori di una storia affascinante. Regia di Nicolas Philibert. Raffaele Demaria

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