Due film

Fuga dal call center e Fortapàsc
Articolo

Fuga dal call center. Ancora un film sul precariato, ma senza la follia acre del Virzì di Tutta la vita davanti. Giancarlo, vulcanologo di talento, lavora per 500 euro al mese, come la sua ragazza, costretta, per vivere, addirittura a lavorare presso un telefono erotico. Mescolando abilmente documentario e fiction, il giovane Federico Rizzo, alla sua prima regia, compone un lavoro fresco, col ritmo giusto, attori molto convinti e convincenti. Una volta tanto si apre uno spiraglio speranzoso: la ragazza resta incinta, ma i due non si disperano, ritrovano un rapporto di fiducia reciproca e “scappano” dal call center. La vita può dare di più.

Regia di Federico Rizzo, con Angelo Pisani, Isabella Tabarini.

 

Fortapàsc. Duro, implacabile nel denunciare i legami tra politica e camorra, il film di Risi racconta la storia tragica di Giancarlo Siano, giovane giornalista del Mattino di Napoli che indaga e porta allo scoperto il Far west a Torre Annunziata, nel napoletano. Privo di retorica, di clichè – il giornalista non è un eroe, ma un ragazzo che svolge la sua professione con un senso etico, raro a trovarsi – il racconto procede senza pause, diritto al suo scopo. Privo della desolazione senza ritorno del film Gomorra di Garrone, è attraversato dallo stesso dolore, ma colmo di dignità e di fiducia in una gioventù che non disarma.

Regia di Marco Risi, con Libero De Rienzo, Valentina Ludovini, Michele Riondino, Ennio Fantastichini.

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