Disturbi alimentari, parliamone

Il 15 marzo si celebra la Giornata nazionale del fiocchetto lilla, contro i disturbi del comportamento alimentare. Come guarire da problemi come anoressia e bulimia? Innanzi tutto, testimoniando che è davvero possibile farlo.

#coloriamocidililla: è questo l’hashtag dedicato all’ottava Giornata nazionale del fiocchetto lilla 2019 contro i disturbi del comportamento alimentare, che si celebra ogni ano il 15 marzo. La giornata ha avuto origine oltre trent’anni fa negli Stati Uniti, e nel nostro Paese è arrivata nel 2012 tramite l’associazione “Mi nutro di vita” di Pieve Ligure (Genova).

Ha avuto il riconoscimento ufficiale lo scorso anno, quando la sua indizione è stata sancita dalla presidenza del Consiglio con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Sono oltre 150 le iniziative promosse in tutta Italia: presentazioni di libri, convegni, punti informativi, flashmob, testimonianze, psicologi e nutrizionisti a disposizione per un consulto… le idee non mancano. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione al tema dei disturbi del comportamento alimentare – in quanto legati non solo a problematiche del singolo, ma anche a dinamiche sociali – ed offrire sostegno a chi soffre di questi disturbi (anoressia, bulimia, binge eating e affini) e alle loro famiglie. Simbolo della giornata è appunto un fiocchetto lilla, da indossare a mo’ di spilla per testimoniare la propria adesione. Ambasciatore dell’iniziativa è il celebre Chef Rubio, che parla di buona cucina come “modo costruttivo per contrastare i disturbi alimentari” e “nutrirsi di convivialità”.

Fino a qui la parte, diciamo così, “istituzionale”. Ma che cosa fare davvero per questi disturbi – che evidentemente durano tutto l’anno, e non una sola giornata? Innanzitutto testimoniare che se ne può uscire. Non è facile credere di poter compiere finalmente in maniera felice e serena un atto così naturale come il mangiare, quando il semplice fatto di metterti (o non metterti) a tavola ti ricorda almeno tre volte al giorno che no, tu non ci riesci. Per questo è fondamentale che chi ne è uscito, e chi ha aiutato altre persone ad uscirne, porti semplicemente la propria esperienza.

Poi è importante far conoscere al largo questi disturbi, che non consistono solo nell’anoressia o bulimia conclamata, ma anche in atteggiamenti molto più sottili e non sempre evidenti. Molti di noi potrebbero, nella miglior buona fede, avere inconsapevolmente degli atteggiamenti che feriscono chi ne soffre. Frasi come “ti vedo affamato/a”, “complimenti, sei una buona forchetta”, o viceversa “prendine ancora un po’, e al diavolo la dieta e il colesterolo!” possono essere taglientissime. Di qui la necessità di un’attenzione e un impegno come singoli.

Infine, essere nel complesso meno ipocriti come società. Inutile che l’ennesima casa di moda metta al bando le modelle sottopeso – cosa che mediamente interesserà ben poco a chi soffre di questi disturbi, visto che hanno radici ben più profonde del semplice desiderio di emulazione – se poi in tv girano annunci che pubblicizzano quel tal snack “con solo x calorie”, prodotti dietetici, e più in generale vige una retorica per cui ci si sente (almeno un po’) giudicati in base a ciò che si mangia – indipendentemente da quelle che sono poi realmente le condizioni fisiche.

Una dieta corretta è fondamentale, non solo per chi ha problemi di sovra o sottopeso, ma per tutti. Per cui, anche su questo, un po’ di sano “voto con il portafogli” – prediligendo i prodotti di quelle aziende che non fanno leva scorretta su questo aspetto a fini di marketing – non guasterebbe.

Tutte le informazioni sulla giornata e sulle iniziative collegate sono disponibili su Coloriamocidililla.wordpress.com

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