Dio e la compostezza dei giapponesi

Dove sei? Di fronte allo sgomento per i fenomeni naturali che in un attimo spazzano vite, cose e speranze, dove sei?
Giappone

Dove sei? Di fronte allo sgomento per i fenomeni naturali che in un attimo spazzano vite, cose e speranze, dove sei? Come mai ti sei nascosto dinanzi alla brutalità dei dittatori che scagliano ordigni micidiali su popolazioni che chiedono solo pane e libertà? Perché non hai fermato la mano dell’assassino del ministro pakistano Shahbaz Bhatti, un cristiano ammazzato da gente guidata da logiche fanatiche? Sei ancora latitante ai piedi dei tanti muri che separano e chiudono e discriminano senza rispetto per la dignità umana? Dove sei dinanzi all’insolenza della ricchezza sbandierata a Est e a Ovest, mentre centinaia di milioni di famiglie non hanno di che vivere decentemente? Dove sei dinanzi ai milioni di giovani di casa nostra che cercano lavoro e non ne trovano dopo tanti anni di studio? Come puoi permettere che delle ragazzine nel fiore degli anni siano violentate e ammazzate? Anche Giobbe, di nuovo, grida di collera assieme a noi.

 

Lo tsunami giapponese muove e smuove le coscienze. Eugenio Scalfari su La Repubblica s’interroga sulla «terribile stagione dei grandi rischi», mentre Riotta su Il Sole 24 ore scrive: «La natura vince e noi contiamo, umiliati, caduti e danni». Magris sul Corriere della Sera racconta «la fine del mondo in diretta», e lo stesso Avvenire parla del «mostro che non dà tregua». Il mistero dell’uomo e della natura, di Dio e della piccolezza umana riemerge prepotente. E le nostre risposte non possono che essere parziali, misere, irriducibilmente dubbiose. Una di queste viene proprio dal popolo giapponese in ginocchio: siamo rimasti commossi e stupiti, ad esempio, dalla maestra che, ancora in mezzo alle macerie, ha cercato di riunire i suoi allievi e di metterli in fila in attesa di una bottiglia d’acqua. L’assunzione del dolore indicibile mostrata dai giapponesi è oggi la risposta più concreta e plausibile alla Grande Domanda. Il “dover essere” di un popolo si mostra in effetti nei momenti più difficili, l’abbiamo visto anche nelle ultime settimane di rivolte arabe, che ci hanno evidenziato l’anelito di condivisione e libertà di tanti popoli. E lo vediamo oggi nella compostezza – spirituale e concreta insieme – dei giapponesi. Che la persona umana trovi in fondo al suo cuore tali risposte è una lezione di vita che scalfisce il mistero.

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