Davanti all’odio, la forza della vita

Piccoli grandi momenti di condivisione, collaborazione, amicizia e gioia tra persone di Paesi diversi. L’accoglienza in Polonia dei rifugiati provenienti dall’Ucraina

È davvero particolare il periodo che stiamo vivendo. Mentre la primavera sta per sbocciare con tutto il suo splendore per ricordarci la forza della vita, è sempre vicino l’espandersi dell’odio che prolunga una guerra assurda e dice l’impotenza di fronte alla morte. E nella Chiesa abbiamo appena vissuto la festa di Pasqua in cui si abbracciano la morte e la vita.

I nostri amici Ucraini di rito orientale hanno festeggiato la Pasqua una settimana dopo quella cattolica e quest’anno in Polonia ne abbiamo visti tanti camminare per le strade con dei cestini da benedire per il pasto solenne della domenica mattina. Gli abitanti della Mariapoli Fiore sono stati invitati alla festa dai rifugiati alloggiati nella cittadella, mentre Asia e Jacek, la famiglia che gestisce il Centro Unità a Cracovia, hanno ricevuto con sorpresa due cibi tipici della Pasqua ucraina: “cholodec” e “Pasqua”.

I soldi raccolti dall’Associazione Fiore, oltre a coprire le spese ordinarie legate all’accoglienza dei profughi, servono anche agli scopi educativi: sono ormai in quattro gruppi a partecipare al corso di lingua polacca cinque giorni alla settimana, alcuni bambini seguono il programma della scuola ucraina aiutati da una maestra, signora Walentyna. A questo scopo si è riusciti a rinforzare la rete Internet in alcuni posti della cittadella.

Preziosa è la collaborazione con altri paesi, ad esempio con l’Italia. Continuano i viaggi degli autisti della comunità Nuovi Orizzonti con una sosta nel focolare maschile a Katowice, per portare poi delle famiglie ucraine da loro. Una delle famiglie è arrivata ormai a Loppiano.  Ultimamente sono venute da noi anche due giovani italiane con il desiderio di aiutare in modo concreto chi è fuggito dalla guerra. Sara e Paola hanno organizzato sia al Centro Unità a Cracovia, sia nella Mariapoli Fiore dei workshop di arte terapia. Sono nati dei lavori molto belli.

Dal 6 al’8 maggio, durante la Settimana per il mondo unito, i giovani del Movimento dei Focolari organizzano nella cittadella Fiore giochi e attività comuni con i bambini accolti lì.

Ecco qualche parola dei protagonisti di queste esperienze.

«Grazie per questo incontro meraviglioso, pieno di calore ed emozioni positive. Abbiamo avuto l’occasione di unirci con altri Ucraini, sentirci a vicenda, esprimere i nostri sentimenti e pensieri, la nostra speranza e fede in una pace vicina nella nostra patria. Siamo molto grati a tutti i Polacchi che ci aiutano qui tutto il tempo e ci sostengono. Un grazie a Sara e Paula che hanno organizzato questa festa! Con affetto!». Yuliia

«È stato un momento indimenticabile. Per alcune ore ci siamo immersi nelle attività di arte terapia. Abbiamo dipinto, abbiamo espresso i nostri sentimenti sulla carta. C’erano persone di tutte le età, persone anziane e giovani, mamme con bambini. Nei nostri disegni abbiamo visto qualcosa di comune: che tutti vogliamo un cielo azzurro e sereno sopra le nostre teste e che tutti desideriamo tornare nelle nostre case, riunirci nelle nostre famiglie, con i parenti. Queste attività erano preziose per le nostre emozioni e per la pace interiore. Grazie alle terapiste di essere venute e state con noi. Vogliamo approfittarne per dire un immenso GRAZIE ai Polacchi per la loro cura e sostegno! Hanno aperto del tutto le loro braccia. Che vincano la pace e l’amore!!!». Tetiana e Nina

«Una sera ho saputo che una ragazza dell’Ucraina sogna una Barbie. Sapevo che il giorno dopo sarebbero venute da noi alcune ragazze (gen3) allora ho scritto a loro di questo suo sogno. Ho aggiunto che ci sono altre due ragazze ucraine della stesa età. La stessa sera mi hanno risposto di avere già una Barbie a disposizione e la mattina seguente ne hanno trovate altre due. Poi ho capito che è stata la bambina più piccola di sei anni a regalare le sue Barbie. Ho invitato anche le bambine più piccole, per dare a lei la possibilità di venire. L’aveva desiderato tanto! C’era una grande gioia». Ania

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