Da una pagina di diario

Null’altro posso fare, se non con umiltà vivere questo presente.
Tre ragazze

Ci sono momenti in cui non si è a posto con sé stessi. Con gli altri, non parliamone neanche. Le cose perdono senso, sembra che la negatività arrivi ovunque, non risparmia l’anima.
Avrei voglia di starmene sotto le coperte, ma non si può fare, la vita va avanti e ci sono persone che hanno bisogno della mia presenza. Come fare? Se non mi sento degna nemmeno di guardare il Cielo, che senso può avere il mio amare sulla Terra? Non ho la risposta a queste domande. «Voi siete già mondi, per la Parola che vi ho annunziato». Sì, ma se questa Parola non riesco a viverla? Se ci inciampo ad ogni piè sospinto?
La giornata è cominciata, e andrà avanti momento per momento. Null’altro posso fare, se non con umiltà vivere questo presente.
«Ama il prossimo tuo come te stesso» e mi metto ad ascoltare lo studente che ho davanti come mi piacerebbe essere ascoltata.
«Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me»: ecco la chiave per leggere la sofferenza di quel paziente con grave disagio psichico che dovrò incontrare fra poco.
Gli impegni professionali sono quasi finiti, per oggi. «Amati i suoi, li amò fino alla fine»: lo scatto che mi mancava per controllare gli ultimi messaggi di posta elettronica e rispondere.
Arrivo a casa, finalmente. Qui sembra più facile: «Avevo fame e mi avete dato da mangiare» aggiunge significato all’atto di preparare la cena giorno dopo giorno, magari senza ricorrere troppo spesso al take away (portar via). «Quel che avete fatto ai piccoli, l’avete fatto a me»: interrompo i dieci minuti di sacrosanto relax per controllare compiti ed ascoltare resoconti dalla scuola materna.
In qualche momento proprio con le persone più intime è più difficile il rapporto. Spero che stirare bene la sua camicia possa riempire il vuoto di quel sorriso che non sono riuscita a dare.
«Date a Cesare quel che è di Cesare», e preparo la fattura per il cliente che vedrò domani, anche se non me l’ha chiesta.
L’oggi è andato, un sorriso si affaccia. Ma se non ci fossi riuscita? Se non ci riuscissi domani?
Se un giorno non riuscissi non dico ad amare, ma nemmeno a lasciarmi amare?
«Non sono venuto per i sani, ma per i malati». Non c’è nulla da fare, ha sempre l’ultima Parola…

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