Il Covid-19 e il suo impatto economico

La pandemia scuote l'ordine mondiale. I Paesi del continente sembrano voler cogliere l'occasione per essere ascoltati.

I ministri responsabili dell’Economia e delle Finanze dei Paesi membri della sottoregione dell’Africa centrale (Camerun, Repubblica centrafricana, Congo, Gabon, Guinea equatoriale e Ciad) durante la terza sessione straordinaria del comitato direttivo del programma di riforma economica e finanziaria della Cemac (Comunità economica degli Stati centrafricani) che si è tenuta il 28 marzo 2020 a Brazzaville, in Congo, «ha raccomandato agli Stati di negoziare collettivamente e di ottenere, per tutti gli Stati, la cancellazione di tutti i loro debiti esterni». Secondo il comunicato stampa finale, questo approccio collettivo mira a dare ai Paesi Cemac «margini di bilancio che consentano loro di far fronte alla pandemia e alla ripresa futura, su base sane, per preservare i loro risparmi».

L’attuale crisi sanitaria legata a Covid-19 sta pesando pesantemente sulle economie del continente, che si sono basate sul turismo o sulle esportazioni di materie prime, in particolare gli idrocarburi. La pandemia ha ridotto drasticamente i prezzi del petrolio e i danni si vedono anche qui, non solo in Medio Oriente. Un vero disastro per molti Paesi africani, che sono dipendenti da una tale manna. Il prezzo di un barile di petrolio di riferimento, Brent, è stato scambiato attorno ai 22.24 dollari sui mercati. Era ancora poco più di 50 a febbraio. Più del doppio, quindi. Da parte sua, l’Unione africana creerà un fondo continentale anti-Covid-19. In tutto, saranno mobilitati 5 miliardi di dollari per iniziare.

A proposito del coronavirus, conviene guardare un istante verso due Paesi-faro del continente. Così venerdì, segno assai negativo per il continente, Moody’s ha declassato il rating finanziario del Sudafrica. Il governo sudafricano aveva recentemente previsto una crescita dello 0,9% per l’anno in corso, ma il presidente Cyril Ramaphosa ha avvertito che questa previsione sarà sicuramente molto inferiore a causa dell’epidemia di coronavirus. E la Nigeria, il principale produttore di idrocarburi nel continente, è il Paese che appare oggi più vulnerabile per il forte calo dei prezzi. La produzione petrolifera rappresenta oltre la metà delle entrate del governo nigeriano. Nel suo bilancio 2020, l’esecutivo aveva fissato il prezzo del petrolio a 57 dollari al barile, prima di assistere al crollo dei prezzi all’inizio della crisi sanitaria.

Tutto il continente trema di fronte a un’epidemia che potrebbe colpirlo pesantemente per via dei limiti dei sistemi sanitari dei singoli Paesi. L’Africa desidera all’unisono che l’emergenza costringa i Paesi ricchi a non abbandonare nella loro discesa all’inferno i Paesi più poveri. Il danno ricadrebbe anche su di loro.

 

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