Chiuso per ferie

Con un gran sospiro di sollievo, l’orso Uberto appone questo cartello sulla porta del suo negozio di ottica, in città; sistema l’ultima valigia nel bagagliaio della macchina e parte per il mare in compagnia della moglie alla quale dice: Per prima cosa, Brunilde, spegniamo il cellulare, altrimenti che vacanza è?. Ah no, Uberto, il cellulare lo devi lasciare acceso. Abbiamo deciso di fare le vacanze da soli perché i figli sono grandi, ma se gli succede qualcosa devono poter chiamare, giorno e notte. Se spegni il cellulare, io non vivo più. Va bè, va bè, lasciamolo acceso, tanto chi vuoi che ci chiami!. Come non detto… il cellulare suona C immediatamente. Uberto risponde. Pronto!… Ah sei tu, Flavio carissimo! (occhi al cielo e sguardo seccato alla moglie) Come stai?… Se veniamo a trovarvi a Riccione? Ma certo, faremo un salto volentieri. Brunilde sarà felicissima di vedere Ottavia (gesto di disapprovazione della moglie).Adesso ti lascio perché sto guidando. Cosa t’avevo detto, Brunilde? Il cellulare era meglio se lo lasciavamo a casa. E per la gioia dell’orso Uberto il cellulare suona di nuovo. Pronto! Pronto! Non si sente un accidenti!… Ah sei tu, Ermanno, che cosa vuoi?…. Non ho capito niente, aspetta che ti passo tua madre. Gli occhi di Brunilde si illuminano, prendendo il cellulare, mentre l’orso Uberto fissa la strada sulla quale si èformata una coda interminabile e pensa: Belle vacanze!. Sì, le vacanze son proprio belle: dopo una settimana, c’è da non poterne più! Sulla spiaggia si sta stipati come sardine, quando piove il centro commerciale è affollato come piazza duomo, il cellulare squilla sei volte al giorno o più e la sera non si riesce a dormire, per via del luna park che è poco distante. Abbiamo ancora una settimana di ferie, Brunilde, e io sono stanco morto: perché non ce ne ritorniamo a casa? In città non ci sarà in giro nessuno, possiamo starcene tranquilli sulla terrazza e poi al telegiornale hanno detto che ci sono dei gran temporali, l’afa è passata. Sì, torniamo a casa, Uberto. Anch’io non ne posso più di queste vacanze. È una tranquilla sera d’estate; l’orso Uberto sta innaffiando le piante sulla terrazza di casa mentre sua moglie legge un libro. Non si sente alcun rumore nei dintorni, solo il canto di qualche grillo che ha avuto anche lui l’idea di passare le ferie in città. Le vacanze stanno per finire, dopodomani Uberto riaprirà il suo negozio. Mi sento proprio riposato! dice alla moglie Queste sono le più belle vacanze che abbiamo passato negli ultimi anni. Hai ragione, caro, abbiamo avuto tempo per parlare, tempo per tacere. Abbiamo riposato il cuore, e un cuore riposato è vita per tutto il corpo. Sì, quest’anno abbiamo imparato che non serve andare lontano per cercare quello che è già vicino a noi. Non serve uscire di casa, se poi la casa del nostro cuore non è in pace.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons