Che cosa la fede non è

Non è che molti sappiano, tra i credenti e i non credenti, che cosa la fede è, che cosa non è. Eppure saperlo è decisivo, perché ne va della salvezza, cioè della felicità eterna. E la prova del nove che non molti sanno cosa è la fede, è nell’episodio dell’uscita pubblica delle lettere di Madre Teresa di Calcutta, con le confessioni di aridità e lontananza sensibile da Dio: ecco, aveva perduto la fede, hanno detto. Ma è proprio il contrario. L’aveva trovata: nuda, buia, altissima, perfetta. Cosa è la fede? Lo rivela Gesù risorto: Beati quelli che senza aver visto crederanno (Si può anche tradurre: hanno creduto). È proprio questo, spinto fino alla più estrema radicalità. Non sentire Dio né direttamente né indirettamente. Nella sua prova ultima e definitiva Chiara Lubich ha confidato che per lei Dio era tramontato come un sole che sparendo dall’orizzonte lascia la notte più fitta, senza luna e senza stelle. È l’esatta situazione di Gesù crocifisso e abbandonato dal Padre. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? è la dichiarazione di assoluta nudità, e poi: Padre, nelle tue mani affido il mio Spirito è la dichiarazione di pura fede. Entrambe, insieme, formano la fede nuda buia perfetta. Lo ha detto Chiara Lubich stessa: Gesù abbandonato è la fede. Su un piano unicamente umano, è l’impossibile. Infatti Giobbe protesta e si lamenta, finché abbassando le pretese vede la fede: lui è lui e Dio è Dio; conta poco che poi riacquisti i beni perduti. Qoèlet constata che tutto è hebel habalim, vanità di vanità, vuoto, e in questa constatazione misura la fede: non è hebel habalim solo Dio. Questo stesso, san Francesco l’ha chiamato altissima povertà (di cui quella materiale è un piccolo corollario, persino inessenziale). Teresa d’Avila lo chiama lo stato di orazione, cioè unione con Dio fino all’immedesimazione trasformante. Lo dice Giovanni della Croce suo seguace: la notte della fede congiunge l’anima con Dio, l’amata con l’Amato, l’amata nell’Amato trasformata. Ora, questa possibilità di vera fede, che supera di molto i piagnistei devozionali e gli avanti-indietro sentimentali del sento-non sento, come un aereo supersonico supera terre e cieli, non è offerta a chissà quali eccezioni fra i comuni mortali, è offerta a tutti e ciascuno sempre, tanto è vero che il primo a sperimentare decisivamente questa fede in Cristo – prima degli apostoli, fuggiti – è un rapinatore forse assassino crocifisso: Ricordati di me quando sarai nel tuo regno – Oggi stesso sarai con me in paradiso. Purtroppo noi cristiani con la fede abbiamo scherzato assai spesso e continuiamo a scherzare oltre ogni decenza: credo sì ma però in un certo senso bisogna vedere, ec- cetera. E così i non credenti si sono fatti della fede un’idea del tutto erronea e fantastica: come se fosse un pacchetto di obbligazioni bancarie chiuse in una cassetta di sicurezza, che uno ha un altro no; invece che un perfetto rischio umano- divino nel vuoto del mondo. Da quest’idea erronea e fantastica della fede, del tutto distorta, è venuta ai non credenti la necessità, per mettere in dubbio la fede, di mettere in dubbio la risurrezione di Cristo, se non la sua stessa esistenza. Ma ciò ha ben poco a che fare con la fede. Da una parte l’esistenza storica di Gesù è negabile solo per volontà (o paura) ideologica; basta documentarsi seriamente. Dall’altra si può vedere la risurrezione e non crederci: ci sono mille modi di non crederci, basta leggerli nei Vangeli. Infatti il filosofo Emanuele Severino ha detto che neanche la risurrezione prova che Gesù Cristo è il Figlio di Dio. A suo modo, e sia pure paradossalmente, ha ragione. Infatti Gesù stesso al cieco che aveva appena guarito chiede: Tu credi nel Figlio di Dio?. L’aveva già guarito, ma glielo chiede: che cosa? Gli chiede non di credere in ciò che per un miracolo vede, ma in ciò che non vede; gli chiede la fede come fiducia, come affidarsi a lui: miracolo ben più grande. È qui, esattamente a questo punto, che si capisce cosa è e cosa non è la fede. LA PAROLA AI LETTORI Cos’è la fede nella vostra vita? Scrivete a: segr.rivista@cittanuova.it con oggetto Fede.

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