Charles Aznavour, il grande vecchio

Calca i palcoscenici dal 1952 e esce ora con questo nuovissimo Aznavour Toujours (Emi).
Charles Aznavour

Calca i palcoscenici dal 1952 e a vederlo col suo sorriso sornione sulla copertina di questo nuovissimo Aznavour Toujours (Emi), monsieur Aznavour non dimostra davvero le ottantasette primavere che si porta sulla groppa.

Scoperto da Edith Piaf nel ’46, questo piccolo parigino di origine armena ha saputo interpretare come pochi altri la “francesità” in musica, e nel contempo farsi ambasciatore nel mondo della sua travagliata terra d’origine.

 

Se Modugno e Gino Paoli fossero un’unica persona nata sotto la Tour Eiffel probabilmente assomiglierebbero molto ad Aznavour, che non a caso ha sempre avuto un legame indissolubile col nostro Paese, venendo interpretato non solo dai succitati, ma anche da Mina, dalla Vanoni, Mia Martini, Renato Zero ed Enrico Ruggeri.

 

In questo eccellente ritorno discografico (il 45° della sua discografia) l’ultimo dei grandi crooner transalpini dimostra la classe, l’eleganza e la passione di sempre, in una sapiente alternanza di atmosfere soffuse da night club e altre più ritmiche e orchestrali che irradiano il fulgore rilucente di Broadway. Merito anche degli arrangiamenti firmati da un vecchio alchimista dei suoni come Eumir Deodato e da Yvan Cassar, impreziositi da eccellenti strumentisti come il pianista Jacky Terrasson, il batterista Thomas Dutronc e il chitarrista Pedro Gonzalez.

 

Un viaggio nel segno delle infinite sfumature dello swing, incrociato ora con le suadenze malinconiche di tutti gli chansonnier, ora con le sontuosità dei musical americani, ora con gli arabeschi del flamenco, o ancora col bossanova brasiliano: una crociera di lusso, ma mai banale – anche nei testi – per sussurrare al mondo che certi talenti sono come i grandi vini: migliorano col tempo, vanno assaporati senza fretta e senza esagerare, hanno bisogno di contesti adeguati e soprattutto sono riconoscibili fin dal primo sorso.

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