Casalinghe in pensione

Come versare contributi e ottenere un assegno di inabilità o anzianità. L’assicurazione infortuni per chi lavora solo in famiglia

Siamo abituati a pensare che quanto avviene tra le mura domestiche abbia un peso, anche legale, inferiore rispetto a quanto avviene nelle normali relazioni della società civile. Niente di più errato. Non solo con riferimento al valore sociale delle mansioni svolte da chi lavora solo in famiglia, ma anche sul piano dei diritti a un normale trattamento pensionistico.

Infatti anche una casalinga (o comunque la persona che si dedichi a mansioni solo domestiche, quindi anche un uomo) può godere di una pensione. Basta aderire al cosiddetto Fondo casalinghe Inps, già istituito da un bel po’ di tempo (1° gennaio 1997), ma forse sconosciuto ai più.

L’iscrizione al fondo può esser effettuata da 16 anni fino a 65. E possono essere iscritti coloro che:

  • svolgono un lavoro in famiglia non retribuito e senza vincoli di subordinazione;
  • non sono titolari di una pensione diretta;
  • non svolgono un’attività di lavoro dipendente o autonoma per cui sussiste l’obbligo di iscrizione ad un ente di previdenza;
  • svolgono un’attività lavorativa part-time se, relativamente all’orario e alla retribuzione percepita, si determina una contrazione delle settimane utili per maturare il diritto alla pensione (in pratica lo stipendio settimanale derivante da un part-time deve risultare inferiore a 200,74 euro).

L’iscrizione avviene alternativamente tramite Internet (facendo domanda attraverso i servizi telematici per il cittadino a cui si accede digitando il Pin consegnato dall’Inps), oppure telefonicamente chiamando il numero 803164 gratuito da rete fissa, o il numero 06164164 da rete mobile, o infine tramite patronati e intermediari abilitati.

Basta versare la cifra mensile, nemmeno esagerata, pari a 25,82 euro, e quindi 309,84 euro annui. Ovviamente se si versa meno, si vedranno riconosciuti meno contributi. Ad esempio, se verso 130,00 euro annui, mi verranno accreditati solo 5 mesi.

Il versamento dei contributi (deducibili ai fini Irpef per il dichiarante) si può effettuare in qualsiasi momento dell’anno con i bollettini postali che l’Inps invia direttamente all’indirizzo della persona interessata, unitamente all’accoglimento della domanda d’iscrizione.

A quale trattamento pensionistico si ha diritto?

Con almeno 5 anni di versamenti si ha diritto ad una pensione di inabilità se si è impossibilitati a qualunque attività lavorativa.

Si può ottenere, poi, la pensione di anzianità e/o di vecchiaia a determinate condizioni:

  • età minima 57 anni e almeno 5 anni di versamenti;
  • l’importo (dei versamenti) maturato deve essere almeno pari all’ammontare dell’assegno sociale maggiorato del 20% (cioè deve essere 1,2 volte l’assegno sociale, e quindi pari a 537,68 euro).

A partire dal 65esimo anno di età (e sempre che siano stati effettuati versamenti almeno per 5 anni), per godere della pensione di vecchiaia si prescinde da detto ultimo importo. La pensione “casalinghe” non può essere erogata sotto forma di reversibilità ai superstiti.

 

Assicurazione infortuni

È importante ricordare che – oltre quanto detto e ai diritti illustrati – sussiste poi un vero e proprio obbligo di chi si dedica solo alle mansioni domestiche (senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, di età compresa fra i 18 e i 65 anni compiuti), di iscriversi all’Inail per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici.

Il premio assicurativo è irrisorio (solo 12,91 euro o addirittura a carico dello Stato per i redditi molto bassi, pari a 4.648,11 euro lordi che diventano 9.296,22 euro lordi se si tratta di una famiglia). Il pagamento va effettuato entro il 31 gennaio di ogni anno alla Posta, oppure online, oppure presso gli sportelli bancari, gli istituti di pagamento e i tabaccai aderenti al sistema “pagoPa”, utilizzando il numero del “codice avviso di pagamento” riportato nell’avviso di pagamento stesso.

Vengono peraltro risarciti solo gli infortuni domestici molto gravi (che comportino un’invalidità permanente del 27%), con una rendita mensile che va da un minimo di euro 186,17 fino a 1.292,90 euro (in caso di invalidità totale).

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