Migranti: bufera sul sussidiario

Il libro recita che gli stranieri accolti nei centri profughi sono clandestini e che per molti sono una minaccia al benessere. Fornisce false informazioni e alimenta paure e visioni pregiudiziali. È un’operazione molto grave e fortemente anti educativa, criticabile se veicolata  dai media, ma ancor più inaccettabile se proposta da un libro di scuola

Ha fatto giustamente scalpore la diffusione della pagina di un sussidiario per la scuola primaria, dedicata al fenomeno delle migrazioni. Il testo, gravemente scorretto nei contenuti, recita:

suss

(Ed. Il Capitello). In questo modo il libro per bambini della quinta primaria veicola l’idea sbagliata che le migrazioni sono una “minaccia” per il nostro Paese, che migranti e profughi provengono prevalentemente dall’Asia e dal Nord Africa, che sono spesso dei “clandestini” e che non trovano lavoro e vivono in condizioni precarie. Tutte le informazioni fornite sono sbagliate sia dal punto di vista demografico sia giuridico. L’ultimo dossier Caritas sulle migrazioni, pubblicato in questi giorni, ci dice infatti che i migranti provengono in larga parte da paesi dell’Est europeo, che la religione prevalente è il cristianesimo, e che la maggior parte dei cittadini stranieri è costituita da famiglie, da tempi residenti nel nostro Paese. Un discorso a parte va dedicato ai profughi, che non sono clandestini (categoria da tempo eliminata dal legislatore) ma richiedenti asilo nel nostro Paese, provenienti da paesi in guerra segnati da violente dittature, che hanno pieno diritto ad essere accolti e protetti nel nostro Paese. Una buona parte di questi sono minori, giunti soli in Italia, hanno anche diritto a un percorso scolastico e di integrazione nel nostro Paese.

La madre di un allievo ha giustamente denunciato la falsità dei contenuti presenti sul libro di scuola del proprio figlio. Alimentare paure e visioni pregiudiziali è un’operazione molto grave è fortemente anti educativa, criticabile se veicolata (quasi ogni giorno) dai media, ma ancor più inaccettabile se proposta da un libro di scuola.

Una sola cosa mi consola: a leggere quella pagina di libro ci sono oggi bambini figli di immigrati (1 su 3 nelle scuole primarie delle grandi città) che ben conoscono le storie di fatica e coraggio dei propri genitori, e loro compagni di classe italiani, per cui “migrante”  è il papà egiziano della migliore amica, la rappresentante ucraina dei genitori, l’insegnante di inglese proveniente dall’India…. insomma, tutta un’altra storia!

 

 

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