Brasil-Brasil! Ieri oggi e domani

La scena musicale di questo Paese, da sempre vivacissima, continua ed essere in pieno fermento, più che mai capace d’ammaliare i mercati occidentali.
Maria Gadù

Il Brasile è di gran moda, non solo per il buon momento della sua economia. E continuerà ad esserlo ancor più negli anni a venire: coi prossimi Mondiali di calcio, e poi le Olimpiadi del 2016, per non dire della Gmg in preparazione per la prossima estate.
Anche la sua scena musicale, da sempre vivacissima, continua ed essere in pieno fermento, più che mai capace d’ammaliare i mercati occidentali: qui da noi per esempio è stata l’estate della Balada dell’emergente Gusttavo Lima da Minas Gerais, per non dire che anche il più nostrano Pulcino Pio è stato mutuato da un’altrettanto logorroica filastrocca brasilera.

Il Brasile è insomma un crogiuolo multietnico musicalmente inesauribile, a Rio come a Bahia, nel Nord-Est come a San Paolo, la più commerciale e industriale delle sue megalopoli. E proprio da qui arrivano un paio di proposte decisamente più degne d’approfondimento.
Maria Gadù ha solo 26 anni, ma è già tra i talenti più vividi della nuova canzone brasiliana. Ottima chitarrista, dotata di una vocalità che evoca le grandi cantantesse del passato, da Elis Regina e Astrud Gilberto fino alla sempreverde Marisa Monte, ha la stessa suadenza dei capiscuola, compreso quel Caetano Veloso che ha già speso per lei elogi sperticati. Per chi volesse conoscerla, c’è, fresco di stampa, il suo atteso second-out, Mais uma pagina, eccellente pinzimonio di samba, bossa nova e colto pop d’autore: rispettoso dell’ortodossia carioca, ma anche sufficientemente moderno per intrigare le platee e le playlist contemporanee.
 
Decisamente più abrasivo è il paulista Criolo, d’una decina d’anni più stagionato, artista a tutto tondo che molti considerano il più promettente e personale dell’ultima generazione. Cresciuto in una favela di San Paolo, svezzato a rap e caipirinha, è andato via via affinando uno stile che oggi sovrappone alla sub-cultura hip-hop radici samba e schizzi afro-beat. Per lui c’è il suo Nó na Orelha, che lo sta lentamente imponendo anche al pubblico europeo e statunitense: un vero talentaccio, inquieto e talvolta rabbioso, ma anche dotato di una straordinaria poetica e sensibilità del sociale.

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