Bambini e videocassette

“Ho due bambini, uno di un anno e mezzo e l’altro di tre anni. Il piccolo ha imparato a guardare le videocassette praticamente dalla nascita, perché già le guardava il più grande. Col passare del tempo, è diventata per lui una passione quasi maniacale che io ho assecondato sia perché in questo modo si tranquillizza subito, sia perché pensavo fosse bene far vedere ai bambini programmi adatti a loro, divertenti ed educativi””. L.D. – Teramo La televisione, se gestita bene, è certamente uno strumento educativo. Lo aveva ben presente quella mamma americana che, per educare la figlia, iniziò a fare piccoli filmati, riprendendo gli oggetti della vita quotidiana. Senza immaginare, dette avvio ad una collana destinata a riscuotere molto successo, diretta a “stimolare l’amore per le scoperte” fin dai primi mesi di vita. I bambini, soprattutto quelli che non hanno ancora compiuto due anni, si lasciano incantare molto facilmente da una videocassetta adatta alla loro età: poter incontrare più volte, i personaggi del teleschermo, grazie alla videoregistrazione, li fa apparire molto familiari e rassicuranti. Nulla distoglie il piccolo dalla visione e il genitore può occuparsi d’altro. In realtà però, sarebbe bene evitare di mettere su un cartone,”perché così il piccino sta buono”, senza farsi intimorire da una crisi di pianto: pian piano imparerà a governare i propri sentimenti e ad organizzare da sé i momenti di gioco, senza dipendere necessariamente dalla guida della tv. D’altra parte, quando proponiamo un filmato, soprattutto se il bambino non ha ancora compiuto tre anni, bisognerebbe cercare di sederci affianco a lui: ciò può essere un’occasione di condivisione e di apprendimento. In America, secondo uno studio della Henry Kaiser Family Foundation, il 60 per cento dei bambini tra sei mesi e due anni trascorre più di due ore, intrattenuto da videocassette, dvd o videogiochi. Ciò porta, si è notato,oltre ad un deficit nella capacità di concentrazione, ad un senso di saturazione per cui il piccolo diventa passivo, ossia tende a subire la relazione con l’esterno. Così, l’ “Accademia americana dei pediatri” ha affermato che i bambini sotto i due anni non dovrebbero guardare la tv. Infatti, essi “danno il meglio di sé – dicono – con il gioco all’aperto e il contatto diretto e prolungato coi genitori”; e questo perché “siamo programmati – spiegano – come esseri umani, ad imparare attraverso i rapporti interpersonali”. Accantonando le mille faccende quotidiane, si può scoprire tanti modi diversi per coinvolgere i figli: scrivere, dipingere, giocare, leggere una storia, mettere in ordine, fare una passeggiata, ballare, cucinare. Certo, è richiesta un’attenzione maggiore, ma è un occasione impareggiabile di condivisione e di crescita comune. Una mamma di Firenze aveva notato che i figli ancora piccolini trascorrevano molto tempo guardando cartoni animati al videoregistratore, e ciò non li aiutava nello sviluppo delle loro potenzialità. Ha cominciato perciò ad invitare spesso a casa dei loro coetanei, che venivano accompagnati dai loro genitori e alle volte anche dai fratellini più grandi. Incontrarsi è diventato un appuntamento fisso. Hanno realizzato negli spazi verdi del quartiere rappresentazioni teatrali e mercatini di beneficenza e tante altre iniziative, per stimolare la creatività ed educare i bambini alla solidarietà. La voce si è diffusa e adesso vi partecipano 40 bambini circa e le loro famiglie. Si è deciso quindi di ufficializzare quel ritrovo. Ne è nata così l’associazione:” Via dei bambini”. Spaziofamiglia@cittanuova.it

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