Asso, il sasso che voleva nuotare

Per bambini da 3 a 99 anni

Su una grande spiaggia ricoperta  di  sabbia dorata, lambita da un mare azzurro e cristallino, viveva un grosso sasso piatto e allungato di nome Asso. Era liscio e rossiccio con sfumature verdi e ogni giorno guardava con desiderio il mare: i pesciolini che saltavano tra le onde, i bambini che si schizzavano con l’acqua, le onde che andavano allegre su e giù per la battigia.

Quando la marea si alzava, gli altri sassolini lanciavano gridolini di gioia e si lasciavano trasportare dall’acqua schiumosa. Prima tutti su su su, poi tutti giù giù giù, come su una giostra. Asso li guardava e sorrideva, come può sorridere un sasso, cioè senza farsi notare troppo, ma era triste. Il grosso sasso, infatti, aveva un sogno che custodiva nel cuore: voleva nuotare. Sognava di fendere le onde senza affondare, di alzare gli occhi al cielo e di vedere il sole brillare, di sentire i gabbiani stridere e la schiuma solleticargli il naso che non aveva. Ma era un sogno, appunto, e Asso non sperava di realizzarlo perché sapeva di essere pesante e quando finiva in acqua, andava sempre più giù e solo i cavalloni, che sono le onde più potenti e veloci, riuscivano a spostarlo.

Un giorno, dopo un temporale estivo durante il quale tutti i sassi avevano giocato a lungo a rotolare su su su e a lasciarsi cadere giù giù giù, Asso sonnecchiava tranquillo sulla riva. All’improvviso, si sentì afferrare senza troppi riguardi da due manine forti, ma gentili: erano quelle di

Manù, un bel bambino biondo e sbarazzino. Asso si svegliò del tutto e si guardò intorno: era in corso una gara di lancio dei sassi e tutti cercavano di accaparrarsi le pietre più piatte, più leggere, più adatte a rimbalzare sull’acqua.

Il grosso sasso piatto non era mai stato scelto perché era troppo pesante, ma adesso era tra le mani di Manù e il cuore gli batteva forte forte (sì, anche i sassi possono avere un cuore!).

Il ragazzino soppesò Asso, lo impugnò, si mise in posizione e, con un rapido movimento del polso, lo lanciò verso l’acqua profonda. Il sasso trattenne il respiro, poi urlò di gioia mentre saltava sull’acqua leggero come una piuma, schizzando tra le onde, ammirando il cielo azzurro, ascoltando i gabbiani che stridevano, mentre la schiuma del mare gli solleticava il naso che non aveva. Rimbalzò più e più volte, poi finalmente finì sul fondale, pesante come il sasso che era, ma con un gran sorriso sul volto di pietra e il cuore leggero come quello di una nuvoletta.

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