Armi giocattolo?

“Il nostro bambino di soli quattro anni ha una grande passione per le armi giocattolo. Il suo gioco preferito è la guerra e ai giardinetti si diverte a scagliare a chi si trova a tiro: anche bambini. La psicologa della scuola materna dice che è un fenomeno normale. Fra un mese festeggeremo il suo compleanno: come regalo lui vorrebbe un mitra. Non sarebbe il caso di orientarlo a giocattoli meno bellicosi? È vero che la tv trasmette sempre scene di violenza, ma noi cerchiamo di fargli vedere solo videocassette con storie di animali, che però spesso anche loro si aggrediscono”. Genitori di Viterbo Certamente la competitività e, in parte, le pulsioni aggressive sono componenti del nostro patrimonio genetico. Sono anche presenti nel vastissimo regno animale, dove però rientrano nell’istinto sopravvivenza. Nel bambino, scaricare nel gioco e nelle finzioni aggressive la propria tensione è un utile mezzo per evitare dannose repressioni o tentativi di nascondimento. Ciò può avvenire quando i genitori tendono ad evitare quello che è un normale processo di crescita, scambiandolo per una china pericolosa. Al contrario, un atteggiamento di comprensione in questa passeggera, ma utile fase “liberatoria”, consente di evitare che l’aggressività venga espressa non più come gioco, ma con atteggiamenti pericolosi verso gli altri o verso sé stessi. Regalate pure il mitra al piccolo: favorirebbe in fondo quei giochi attivi dove la fantasia svolge ancora un compito da protagonista. Il vero pericolo sono i “videogiochi” di guerra, spesso molto violenti. Giocare alla guerra con il computer non consente nessuno scambio. Il piccolo resta spettatore passivo senza il beneficio di scaricare la sua tensione: anzi, a volte ne esce ancora più carico. Lasciamo quindi che i piccoli giochino alla guerra. Forse non ci giocheranno da grandi.

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