Approvata la nuova Costituzione in Nepal

Con la nuova Carta Costituzionale, la sesta varata dagli anni Cinquanta ma la prima ad essere approvata con suffragio popolare, il Paese diventa una Repubblica democratica federale laica
Copie della nuova costituzione del Nepal

La storia del piccolo stato himalayano è stata piuttosto convulsa negli ultimi decenni. La monarchia al potere da due secoli e mezzo ha visto alterne vicende, fra le quali, nel 1951, il ritorno del re Tribhuvan al quale succedette il figlio Mahendra, che, all’inizio degli anni Sessanta, dichiarò illegali tutti i partiti fino a quando nel 1990 il suo successore, re Birendra, fu costretto dalle proteste popolari (Jana Andolan, movimento popolare) a concedere le elezioni.

 

Birendra venne assassinato dal figlio Dipendra nel 2001 in quella che fu una vera e propria strage di famiglia. Gyanendra, fratello minore di Birendra, fu tra i pochi sopravvissuti e salì al trono pochi giorni dopo la drammatica vicenda. Negli anni successivi il nuovo re assunse il potere esecutivo, ma dovette rinunciarvi a causa del malcontento popolare (espresso dal movimento denominato Loktantra Andolan, movimento democratico).

 

Nel 2006, davanti alle Nazioni Unite,venne firmato un accordo di paceComprehensive Peace Agreement. Il protocollo significava la possibilità di porre fine ad una guerra civile di fatto, che durava da un decennio fra le forze maoiste, infiltrate dalla Cina e dal Nord Est dell’India, e l’esercito regolare. Da quel momento partì il tentativo di arrivare ad una Carta Costituzionale, che è stata approvata nei giorni scorsi con 507 voti a favore e 25 contrari. Il processo, come già spiegato in un articolo precedente, è stato tutt’altro che semplice ed ha visto lo svilupparsi di numerose proteste, che sono continuate anche all’interno della Costituente. Nel 2007, infatti, si era costituita la prima Assemblea Costituente, poi, sciolta nel 2012 con un nulla di fatto. Successivamente, nel 2013, era stata creata una nuova Assemblea.

 

Siamo “di fronte ad un evento storico: abbiamo approvato la prima Costituzione del Paese. Il Nepal ora è una Repubblica democratica federale laica”. Con queste parole Pushpa Kamal Dahal, presidente dell’Ucpn (M) [Unified Communist Party of Nepal (Maoist), terzo partito del Paese – ndr], ha salutato lo storico passaggio della prima carta costituzionale del Paese asiatico.

 

Paradossalmente, è stato il terremoto del 25 aprile (quando circa 8 mila persone hanno perso la vita) a offrire una nuova possibilità per una conclusione positiva dei lavori. Il 19 settembre il presidente del Nepal ha ufficialmente promulgato la nuova Carta Costituzionale ed ha, per questo, proclamato due giorni di festa nazionale.

 

Il nuovo documento è costituito da 37 parti, con 302 articoli e 9 indici. Gli aspetti chiave del testo sono la forma repubblicana dello Stato, il federalismo, la laicità, l’inclusione e rappresentazione proporzionale delle minoranze svantaggiate e le politiche di giustizia sociale. Sushil Koirala, primo ministro del Nepal, politico di lungo corso e figura di primo piano nel Nepal repubblicano, presidente del Nepali Congress, ha affermato: “Questo è un momento di grande orgoglio, è il giorno più felice della mia carriera politica. Abbiamo realizzato il nostro sogno. Dobbiamo festeggiare tutti insieme, ulteriori insoddisfazioni verranno risolte attraverso il dialogo e nuovi emendamenti”. I partiti che rappresentano le minoranze madhese e tharu hanno boicottato la votazione finale per la Costituzione, mentre il Rastriya Prajatantra Party-Nepal (partito induista), favorevole alla monarchia e alla sua ispirazione religiosa indù, si è opposto.

 

Le minoranze madhese e tauru negli ultimi mesi hanno provocato scontri che hanno causato una quarantina di morti. Nei giorni precedenti alla promulgazione della nuova Costituzione alcune bombe erano esplose davanti a chiese cristiane di denominazione protestante, provocando tre feriti tra i poliziotti. Il contenzioso con le minoranze è legato al fatto che la nuova Costituzione prevede la ristrutturazione del territorio nazionale in sei province che non tengono conto, soprattutto nella zona meridionale del Paese, delle minoranze etniche, che avrebbero voluto la costituzione di una provincia autonoma. Da qui le proteste violente degli ultimi tempi. 

 

Le polemiche continuano da tempo, anche dopo l’approvazione della Costituzione. Il governo di Katmandu ha lanciato diversi appello a tutta la popolazione affinchè tutti si unissero a celebrare questo momento storico del Paese. Il ministro dell’Informazione e portavoce del governo, Minendra Rijal, nei giorni precedenti all’evento aveva dichiarato: “Il presidente del Nepal promulgherà in via ufficiale la nuova Costituzione domenica pomeriggio. Chiedo a tutti di partecipare con raduni festosi e candele accese ai numerosi eventi previsti per la serata di domani e l’intera giornata di lunedì”.

 

I leader delle minoranze hanno, tuttavia, protestato lanciando un contrappello a causa del coprifuoco che ancora vige nella zona di Terai. Bijaya Kumar Gachchhadar, leader dei gruppi minoritari, denuncia: “Il governo ci chiede di festeggiare, ma impone il coprifuoco nella nostra regione. L’esercito ci tiene sotto tiro con le armi ed entra nelle nostre case minacciando di arrestarci. Come possiamo fare festa per questa Costituzione?”. Rajkumar Lekhi, un altro esponente politico dei gruppi discriminati, ricorda che nelle manifestazioni delle settimane scorse è morto anche un bambino schiacciato dalla folla.

 

“Dopo quell’incidente – dice – noi non possiamo più muoverci dalle abitazioni e non possiamo raccoglierci nei luoghi pubblici. Anche se l’Assemblea costituente ormai ha votato il testo finale, siamo disponibili a nuove modifiche attraverso gli emendamenti. Abbiamo già formato dei comitati per il dialogo e ci presenteremmo subito davanti al governo, se esso ci invitasse”.

Fonte: AsiaNews

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