Alla conquista del Monte Nero

Un'escursione che rievoca un capitolo importante della prima guerra mondiale: ma, ancor di più, permette di godere di un panorama mozzafiato  
monte nero

«Spunta l'alba del quindici giugno/comincia il fuoco d'artiglieria/il Terzo Alpini è sulla via/il Monte Nero a conquistar». No, non mi sono data ai canti alpini: però, partendo per un'escursione sul  Monte Nero, è d'obbligo un pensiero alle vicende storiche che l'hanno coinvolto. Questa cima delle Alpi Giulie, appena oltre il confine tra Friuli e Slovenia, è infatti celebre per la battaglia del 16 giugno del 1915, con la quale gli italiani la conquistarono. Successo, peraltro, non destinato a durare: basta fare il nome del paesino a valle, Kobarid – da noi conosciuto come Caporetto – per ricordare come sarebbe andata a finire due anni più tardi.

La via normale di salita, sul versante sud, parte a quota 1000 dallo sperdutissimo – siete avvisati: munitevi di una buona cartina o di un navigatore – villaggio di Krn: prende il nome dal monte stesso, che appunto così si chiama in sloveno, letteralmente “tozzo”. Già, non nero: quello è un errore di traduzione in italiano, dovuto alla confusione con la parola Črn (nero, appunto). Sempre detto che gli italiani non sanno le lingue. Ci incamminiamo sul lungo pendio erboso: sappiamo che saranno 1200 metri di dislivello abbastanza frustranti, dato che la cima sarà sempre lì, ben visibile, ma sembra non arrivare mai. Il panorama che si godrà da lì, però, insieme all'incredibile varietà di fiori che si incontrano lungo il percorso, dovrebbe ripagare ampiamente; oltre al fatto che la pendenza abbastanza costante consentirà di affrontare senza affaticarsi troppo il dislivello considerevole.

Il sentiero attraversa dapprima dei pascoli costellati da malghe, sotto le quali troviamo riparo da un improvviso e – fortunatamente – passeggero acquazzone estivo: cerchiamo di socializzare con gli occupanti ma parlano tutti sloveno, non si riesce ad andare oltre le formule di cortesia. Pazienza, ripartiamo. Man mano che saliamo di quota il vento si fa sferzante: una giornata che temevamo caldissima diventa gelida una volta arrivati sulla forcella Kmska škrbina, a 2000 metri di quota, dove soffia una bora da fare invidia ai triestini. Lì i reperti bellici e le targhe commemorative non si contano: un ragazzino vorrebbe infilarsi nello zaino un pezzo di granata come souvenir, non una grande idea tenendo conto di quanto pesa.

Approfittiamo della sosta per indossare i giubbini antivento prima del rush finale verso la cima, a quota 2245: anche qui sarebbe bello fermarsi a lungo, perché il panorama è spettacolare. Si capisce perché venisse considerata una postazione strategica. Ma date le condizioni meteo meglio scendere al rifugio poco più sotto, il Gomiščkovo zavetišče (2182 m), in cerca di riparo e di un tè caldo. Non siamo gli unici ad avere quest'idea, perché è piuttosto affollato: guarda un po', ritroviamo anche gli sloveni incontrati alle malghe. Un rifugio estremamente semplice e spartano, come nelle Alpi italiane non si vedono più: e come da migliore tradizione, il tè non viene fatto al momento ma servito da un enorme pentolone – già zuccherato: se vi va bene così ottimo, altrimenti rivolgetevi altrove – da cui il gestore pesca con un mestolo. A dire il vero è stucchevolmente dolce, ma ci voleva proprio per ricarburare e tornare in temperatura prima di affrontare la discesa.

Non abbiamo portato con noi il kit da ferrata, per cui evitiamo il breve tratto di sentiero attrezzato a ovest del rifugio per scendere lungo il versante sud e ricollegarci all'itinerario di salita. Poco prima di arrivare al parcheggio, per gli appassionati di prodotti caseari c'è lo Zavetišče na Kuhninja, una malga dove acquistare latte, burro e formaggi direttamente dagli allevatori locali. A prova che si tratta davvero di prelibatezze a km zero, le mucche che pascolano lì attorno non si contano: munitevi di un buon repellente per insetti, è un consiglio da amica.
Tolti gli scarponi e scesi a valle, vale la pena vincere la stanchezza per fare un visita al museo di Caporetto: un piccolo gioiellino che su tre piani, grazie a filmati, ricostruzioni, reperti, foto e plastici, vi spiegherà tutto quello che c'è da sapere sulla storica battaglia del 1917. Tranquilli: è tutto tradotto anche in italiano.

NOTE TECNICHE
Partenza: parcheggio dello Zavetišče na Kuhninja (995 m), Krn, Slovenia (mezz'ora dal confine di Stupizza)
Arrivo: Krn/ Monte Nero, 2245 m
Dislivello: 1250 m
Punti di appoggio:  Zavetišče na Kuhninja (995 m),  Gomiščkovo zavetišče (2182 m), Bivak na Čmiku (1160 m, sul versante ovest).
Cartografia: Tabacco 041 (Valli del Natisone – Cividale del Friuli)

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