Abusi sessuali, la Cei elabora le linee guida per laici e clero

La 72sima assemblea generale della Conferenza episcopale italiana si è occupata anche delle migrazioni. Modificate le preghiere del Padre nostro e del Gloria ed espressa preoccupazione per la polarizzazione che divide e schiera l’opinione pubblica, impedendo un vero dialogo tra persone e schieramenti.

Dopo gli scandali sessuali venuti alla luce negli ultimi mesi in Cile e negli Stati Uniti, la protezione dei bambini e degli adolescenti torna al centro dell’attenzione della Chiesa. Anche di questo tema scottante si è occupata la 72ª Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, convocata, dal 12 al 15 novembre, sotto la guida del cardinale Gualtiero Bassetti presso l’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano.

Nel corso dei lavori è stata approvata la traduzione italiana della terza edizione del Messale Romano, al termine di un percorso durato oltre 16 anni. Il testo della nuova edizione, che sarà sottoposto alla Santa Sede per i provvedimenti di competenza, conterrà anche le modifiche al Padre nostro («non abbandonarci alla tentazione» invece dell’attuale «non indurci in tentazione») e dell’inizio del Gloria («pace in terra agli uomini, amati dal Signore»).

Andando oltre l’aggiornamento del testo liturgico, l’assemblea è stata l’occasione per fare il punto sulla necessità di un rinnovamento delle comunità ecclesiali e del più ampio contesto sociale. I vescovi hanno, infatti, dato voce «alla preoccupazione per un linguaggio corrente tante volte degradato e aggressivo; per un confronto umiliato dal ricorso a slogan che agitano le emozioni e impoveriscono la riflessione e l’approfondimento; per una polarizzazione che divide e schiera l’opinione pubblica, frenando la disponibilità a un autentico dialogo. Ne è un esempio eclatante il modo con cui si affronta la realtà delle migrazioni, scivolando spesso in atteggiamenti di paura, chiusura e rifiuto».

I vescovi hanno sottolineato, da una parte, «come non ogni tipo di apertura sia secondo verità, per cui non si possono automaticamente stigmatizzare le ragioni di chi ne coglie soprattutto le difficoltà; dall’altra, hanno ribadito che la solidarietà rimane la strada maestra, fatta di accoglienza doverosa e di itinerari di integrazione». È stata anche evidenziata la necessità di «formare la comunità alla fede, al respiro del Vangelo, alla sostanza dell’esperienza cristiana, nell’avvertenza che una coscienza formata sa farsi attenta e capace di assumersi responsabilità, quindi di spendersi per il bene comune».

L’assemblea, a cui hanno preso parte 224 membri, 24 vescovi emeriti, 31 rappresentanti di presbiteri, religiosi e religiose, degli Istituti secolari e della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali, ha anche affrontato la piaga gravissima degli abusi, facendo il punto sulle Linee guida che la Commissione della Cei per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili sta formulando nella prospettiva della prevenzione e della formazione.

La priorità, per i vescovi, non può essere data a una preoccupazione difensiva né al tentativo di arginare lo scandalo morale e ecclesiale, bensì ai ragazzi feriti e alle loro famiglie. Questi dovranno trovare sempre più nella Chiesa e in tutti i suoi operatori pastorali accoglienza, ascolto e accompagnamento. È necessaria un’educazione a vivere in maniera matura il valore della corporeità e della sessualità.

Di conseguenza, diventa necessario porre la massima attenzione nella scelta dei collaboratori laici, come pure la sorveglianza e le cautele nel contatto diretto coi minori, la serietà dei comportamenti in tutti gli ambienti e la trasparenza nei rapporti, lo spazio educativo dato alle donne o alle coppie di genitori nell’ottica della corresponsabilità.

Sul fronte del clero, vengono ribaditi criteri chiari nella selezione iniziale dei candidati al ministero ordinato o alla professione religiosa, insieme a una formazione che punti alla maturità nelle relazioni affettive e nella gestione della sessualità; si avverte quanto sia essenziale educarsi a un uso controllato e critico di internet, come – più in generale – coinvolgersi i percorsi di formazione permanente.

Le Linee guida chiederanno di rafforzare la promozione della trasparenza e anche una comunicazione attenta a rispondere alle legittime domande di informazioni. Dopo la valutazione della Commissione per la Tutela dei minori della Santa Sede e della Congregazione per la dottrina della Fede, le Linee guida dovranno essere approvate dal Consiglio permanente, per poi essere presentate alla prossima Assemblea generale, e saranno portate anche negli incontri delle Conferenze episcopali regionali per facilitare un’assimilazione diffusa di una mentalità nuova, nonché di un pensiero e una prassi comuni.

Un momento del sinodo dei vescovi

Due le proposte concrete emerse. La prima è la creazione presso la Cei di un “Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”, con un proprio Statuto, un regolamento e una segreteria stabile, in cui laiche e laici, presbiteri e religiosi esperti saranno a disposizione dei vescovi diocesani. Il Servizio sosterrà nel compito di avviare i percorsi e le realtà diocesani – o inter-diocesani o regionali – di formazione e prevenzione. Inoltre, potrà offrire consulenza alle diocesi, supportandole nei procedimenti processuali canonici e civili, secondo lo spirito delle norme e degli orientamenti che saranno contenuti nelle nuove Linee guida.

La seconda proposta approvata riguarda le Conferenze episcopali regionali, al fine di individuare, diocesi per diocesi, uno o più referenti, da avviare a un percorso di formazione specifica a livello regionale o interregionale, con l’aiuto del Centro per la tutela dei minori dell’Università Gregoriana.

 

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