A proposito di Schmidt

Un vicedirettore va in pensione e riconosce il fallimento della propria esistenza rispetto alle aspettative. La successiva perdita della moglie e l’inutile tentativo di impedire il matrimonio della figlia con un uomo non troppo equilibrato gli rimarcano l’incapacità di influire in qualche modo sugli altri. Una commedia amara sulla terza età. Il regista Alexander Payne racconta con apprezzabile incisività, l’imbarazzo generale del protagonista e il vuoto di valori circostanti, visti anche con occhio ironico. Ciò che anima il film è la personalità inquieta del pensionato, così come la interpreta il sessantaseinne Jack Nicholson, da grande attore. L’uomo, triste e depresso, ma pronto a sorridere forzatamente in tutti i convenevoli familiari, serba un rancore che indica quanto a lungo, grazie all’attivismo nel lavoro, sia riuscito ad evitare l’elaborazione interiore dei propri insuccessi. L’amarezza torna a galla tutta insieme senza lasciargli scampo. Ma egli non giunge alla disperazione, perché il percorso di perdita progressiva compiuto lo rende sensibile ai bisogni dei popoli in via di sviluppo. Nel finale, si commuove non poco davanti ad un disegno inviatogli da un bambino africano, che sta aiutando a distanza. A proposito di Schmidt si discosta quindi dall’andamento medio del cinema americano, perché smaschera la chimera del successo, inseguito come principale ideale della vita. Regia di Alexander Payne; con Jack Nicholson, Kathy Bates, Hope Davis.

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