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Alluvione in Veneto: segni di fraternità dopo la pioggia

di Chiara Andreola

- Fonte: Città Nuova

Da Vicenza arriva una testimonianza di aiuto prezioso in seguito al maltempo che ha recentemente colpito il Nord Italia.

Alcuni danni causati dal forte maltempo a Isola Vicentina, 16 maggio 2024. ANSA/TROGU

Tra le Regioni più pesantemente colpite dal maltempo nella terza settimana di maggio c’è stato il Veneto; e in particolare l’area del padovano e del vicentino, dove l’episodio più grave è stato l’esondazione del fiume Muson dei Sassi, e si sono registrati danni ancora non esattamente quantificati. Anche in questi frangenti, tuttavia, si è vista la solidarietà: è quello che ci racconta Teresio Masetto, che abita appunto nel vicentino.

Teresio, ormai non più giovanissimo, si è trasferito con la moglie Flavia in una nuova casa lo scorso luglio: un trasloco praticamente appena ultimato quindi, e non poca fatica alle spalle. Si capisce dunque lo sconforto quando lo scantinato della casa appena finita di sistemare viene completamente allagato nella notte tra mercoledì 15 e giovedì 16 maggio: «C’è un campo di fronte a casa nostra, che si era allagato – racconta Teresio – e all’improvviso l’acqua è tracimata: l’abbiamo letteralmente vista salire dalle scale del piano di sotto, dove aveva raggiunto un’altezza di circa due metri». Alle prime luci dell’alba è possibile svuotare il piano grazie a delle pompe, ma i danni sono notevoli: praticamente tutto ciò che c’era nello scantinato è da buttare o quantomeno da recuperare con fatica, e muri e pavimenti sono pieni di fango. Un lavoro che Teresio e Flavia difficilmente potrebbero fare da soli.

E lì vengono in aiuto i social, che come si sa non sono che dei mezzi, e se usati bene possono aiutare ed essere utili: «Nostra figlia ha subito messo un annuncio sulla sua pagina Facebook – prosegue Teresio – spiegando che i suoi genitori avevano bisogno di aiuto per svuotare e ripulire lo scantinato allagato».

E già il mattino dopo si presentano tanti dei contatti Facebook della figlia, che Teresio e Flavia magari nemmeno conoscono: una cinquantina di persone in tutto lavorano così tra il venerdì e il sabato per portare tutto quanto all’esterno, fare una cernita di che cosa tenere e che cosa buttare, trasportare i rifiuti al punto di raccolta, pulire i mobili e gli oggetti ancora utilizzabili, togliere il fango dalle pareti e dai pavimenti. «È stato un impegno davvero molto grande – osserva Teresio -. Non smettevamo più di ringraziare, e la cosa curiosa è che anche loro ringraziavano noi: perché, pur con le grosse difficoltà del caso, è comunque stato un momento di fraternità e di gioia per tutti».

«Per noi sono stati segni dell’amore di Dio che ci hanno risollevato l’anima in questi giorni duri – aggiunge Flavia -. È bello vedere che, anche in queste situazioni, l’essere umano sa essere meraviglioso».

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